La vittoria di Trump è (anche) il trionfo del patriarcato
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“Hanno preferito un golpista, antidemocratico, machista, pluricondannato ad una donna”. Commenti di questo tenore affollano oggi le pagine social di chi mai e poi mai avrebbe immaginato di vedere Donald Trump venire eletto per la seconda volta Presidente degli Stati Uniti. Un uomo che è stato processato per aver cercato di sovvertire i risultati delle scorse elezioni, che rilancia teorie complottiste e folli illazioni su immigrati e minoranze, ma soprattutto un uomo esplicitamente maschilista, pluri-accusato di molestie sessuali, un predatore dichiarato che ha fatto sì che il diritto all’aborto venisse abrogato. (la Repubblica)
Su altre fonti
Trump si avvia a governare con il pieno controllo, per almeno due anni, della Camera dei rappresentanti e del Senato e con una Corte suprema plasmata dalle sue nomine che già gli ha garantito l’immunità, quando agisce nelle sue funzioni ora il presidente è al di sopra della legge. (Vanity Fair Italia)
Se vai negli Stati Uniti puoi fare... Il groviglio di contraddizioni è troppo intricato. (Virgilio)
Sere fa ho visto in tv quel film, Civil war, che la racconta in corso. Narrazione senza spiegazioni, piuttosto la storia di uno sguardo (fotografico: fissare il reale per continuare a interpretarlo). Non si “ragiona” sulle “ragioni” dei contendenti: ne ha scritto su DeA Letizia Paolozzi. (il manifesto)
Oggi una manciata di americani in sette stati che costituiscono l… (La Stampa)
Questa spaccatura è antica: le città votano per i Democratici perché sono più diversificate, progressiste e con una maggiore istruzione (più aumenta il titolo di studio, più cresce l’orientamento di voto verso i Democratici). (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Il gender divide ha sotteso tutta la stagione da quando il passo indietro di Joe Biden ha preso in contropiede Donald Trump spingendolo ad enfatizzare ancor più gli aspetti machisti di una campagna saldamente ancorata nella manosphere, dai miliziani maschi della alt right ai tech bros della Silicon Valley. (il manifesto)