Due ragioni in più per essere antiamericani («rivelate» dalla Maratona di NYC)
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In questa vigilia di Election Day in cui tutto sembra essere già stato detto, segnalo due «nuove ragioni» che ispirano l’antiamericanismo europeo. Nuove o antiche, giudicherete voi. Sono apparse in bella evidenza durante un evento festivo e gioioso che ieri ha invaso la mia città: la maratona di New York. Questo appuntamento annuo si è tenuto come sempre, la prima domenica di novembre. Ogni quattro anni coincide con una nostra elezione presidenziale. (Corriere della Sera)
Se ne è parlato anche su altri media
Attesa e manifesta in un Paese in bilico fra la possibilità storica di far entrare la prima donna alla Casa Bianca e quella di rimettere il bastone del comando in mano a chi sepellisce i resti della Guerra fredda sotto una malcelata e controversa cordialità con la democratura di Vladimir Putin. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
In queste settimane pre-elettorali, c’è una frase di due parole che continua a venirmi in mente. Queste due parole sono in qualche modo un riassunto conciso ma accurato di ciò che penso e sento riguardo a queste elezioni—e di ciò che è in gioco in queste elezioni. (Nicola Porro)
La vittoria dei Repubblicani rimarca così ancora una volta la forza della nostalgia: di una presunta epoca più sicura e prospera. La maggioranza degli statunitensi che hanno votato per Trump ritengono che i giorni migliori dell’America siano nel passato (66%), chi ha votato per Harris pensa invece che quei giorni debbano ancora venire (60%). (QUOTIDIANO NAZIONALE)
È però sicuramente già possibile trarre alcune prime valutazioni da come queste elezioni, che sono valide chiunque, alla fine, vinca. La notte del voto americano è ancora in corso, si profila un risultato in favore dell’ex-presidente repubblicano Trump, ma non ci sono ancora vere certezze. (La Nuova Venezia)
Perché l’America è sempre l’America". Una volta calmato questo ‘rumore’, potrà tornare al suo splendore. (il Resto del Carlino)
«Da anni gli americani abitano gli abissi della depressione (…). (Gente e Territorio)