Denis, le ultime parole: "Amo la vita". I giudici: "Sognava di avere figli". I compagni: "Suicidio? Mai pensato"
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Bianchi "Mi piace vivere, non ho niente in particolare da chiedere". E poi, rispondendo a un giornalista di una tv cosentina: "Il mio sogno nel cassetto? Arrivare in serie A con i compagni, non da solo". Donato ’Denis’ Bergamini, 29 anni e idolo dei tifosi del Cosenza, era questo qua, racchiuso in due semplici frasi. E sono proprio i giudici della Corte d’Assise, nelle 502 pagine di sentenza dove spiegano i perché della condanna di Isabella Internò, a riservare un intero capitolo sulla "personalità di Donato". (il Resto del Carlino)
La notizia riportata su altre testate
Sono queste, in estrema sintesi, le motivazioni della sentenza che, lo scorso 2 ottobre, ha condannato in primo grado Isabella Internò a sedici anni di carcere per l'omicidio di Donato Bergamini. (LaC news24)
Un delitto passionale arrivato dopo una «fredda pianificazione» e dettato da «un proposito vendicativo». (Corriere della Sera)
Sono le motivazioni della sentenza del processo di primo grado sulla morte di Denis Bergamini, avvenuta a Roseto Capo Spulico il 18 novembre del 1989. Una sentenza arrivata lo scorso 1° ottobre e che ha portato a distanza di 35 anni dai fatti alla condanna a 16 di reclusione di Isabella Interno, ex fidanzata del calciatore del Cosenza, per omicidio in concorso con ignoti. (Estense.com)
In realtà Bergamini fu ucciso e quella del suicidio fu soltanto una messinscena. (StrettoWeb)
Minuti per la lettura COSENZA- Isabella Internò, capace di una «fredda pianificazione di un omicidio», che insieme ad altre persone ignote, scrive il tribunale di Cosenza, «dopo avere narcotizzato Denis Bergamini, o comunque riducendone le capacità di difesa, ne cagionavano la morte. (Quotidiano del Sud)
COSENZA – Isabella Internò avrebbe svolto un ruolo attivo nell’omicidio di Donato Bergamini, il calciatore ventisettenne del Cosenza originario di Argenta (Ferrara) il cui cadavere fu trovato il 18 novembre del 1989 sotto un camion lungo la statale 106 Ionica, a Roseto Capo Spulico, e la cui morte fu attribuita in un primo tempo a suicidio (Quotidiano online)