La crisi tedesca e il futuro dell’industria europea

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ISPI ECONOMIA

La crisi di governo in Germania riporta in primo piano il momento difficile che sta attraversando l’industria europea. La crisi industriale sta colpendo la Germania in maniera nettamente più forte rispetto ad altri paesi europei. Tra il 2019 e oggi, la Germania ha perso oltre il 9% della sua produzione industriale. Anche altri paesi dell’Europa occidentale, come Francia (-5%) e Italia (-3,5%), non se la passano bene. (ISPI)

Ne parlano anche altri media

Dire che il governo semaforo tedesco sia la prima vittima di Trump è un equivoco che non tiene conto della situazione politica ed economica della Germania di cui il nuovo presidente americano ovviamente non ha alcuna responsabilità, nemmeno indiretta. (Liberoquotidiano.it)

Prima serve per Costituzione un voto di sfiducia del Bundestag, che su pressioni delle opposizioni e persino dei media tedeschi arriverebbe ben prima del 15 gennaio prospettato dal capo dell’esecutivo. (InvestireOggi.it)

In Germania è corsa aperta al voto anticipato e mentre i partiti preparano le strategie in vista dell'elezione che sceglierà il successore di Olaf Scholz, la cui coalizione rosso-giallo-verde è collassata nei giorni scorsi, il Paese si interroga sulle radici di una crisi sistemica che pone Berlino di fronte a grandi interrogativi. (Inside Over)

Francia e Germania (e Ue) sull'orlo della crisi. Trump può farla esplodere (di A. Mauro)

Volkswagen è solo l’ultima grande azienda a entrare in crisi e destare preoccupazione ai banchieri tedeschi. (Milano Finanza)

Secondo un’analisi pubblicata la settimana scorsa dall’Istituto Leibniz per la ricerca economica di Halle (IWH), in ottobre il numero delle insolvenze di società di persone e di capitali in Germania è salito a 1.530. (Start Magazine)

A Berlino sono i giorni in cui è facile andare indietro con la memoria al 1982, quando il governo dell’allora cancelliere socialista Helmut Schmidt andò in crisi per le idee del ministro dell’Economia, il liberale Otto Graf Lambsdorff, non condivise dal resto della coalizione. (L'HuffPost)