Abedini evita l'estradizione. La "finestra" di otto giorni
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Un grande, profondo sospiro di sollievo. Così viene vissuta negli ambienti giudiziari milanesi la notizia del ritorno in Italia di Cecilia Sala annunciato ieri mattina dalla premier Giorgia Meloni. Perché aldilà degli asettici toni dei comunicati ufficiali i magistrati chiamati a decidere sulla sorte di Mohammad Abedini, l'iraniano in carcere in Italia dal 16 dicembre, erano perfettamente consapevoli della partita che coinvolgeva tanto il businessman tecnologico ricercato dagli Stati Uniti che la giornalista del Foglio e di Chora Media. (il Giornale)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Così a La Stampa il ministro della Giustizia, Carlo Nordio per il quale "dell'estradizione" negli Usa "è prematuro parlare, anche perché sino ad ora la richiesta formale non è (Secolo d'Italia)
Milano — Braccialetto elettronico e appartamento privato, non più collegato al consolato. Resta tutta sul piano processuale, a Milano, la battaglia di Mohammad Abedini Najafabadi, per ottenere i domiciliari e poi la definitiva libertà. (La Repubblica)
Mohammad Abedini Najafabani rilancia. (Corriere della Sera)
Differiti in questo caso: dopo tre settimane di prigionia nel famigerato carcere di Evin, ieri, Cecilia Sala è tornata in Italia dall’Iran, prima o poi Mohammed Abedini farà il percorso inverso. Non è il ponte di Glienicke a Berlino dove americani e sovietici trafficavano ostaggi durante la guerra fredda, ma la storia è quasi la stessa. (il manifesto)
Arresti domiciliari con il braccialetto e in un appartamento di Milano diverso da quello proposto in precedenza. E' la modifica dell'istanza presentata alla Corte d'Appello, tramite il suo legale, da Mohammad Abedini Najafabadi, l'iraniano fermato a Malpensa lo scorso 16 dicembre su richiesta degli Stati Uniti, e ora detenuto a Opera. (La Repubblica)
La strategia sulla possibile liberazione (o comunque non consegna) dell’iraniano Mohammad Abedini Najafabadi è cambiata nelle ultime ore. E se ieri sembrava imminente il rimpatrio dell’ingegnere che varie fonti hanno dall’inizio accreditato come oggetto dello scambio per ottenere la rapida liberazione di Cecilia Sala, in queste ore, anche dopo le dichiarazioni a La Stampa di Carlo Nordio, si capisce invece che la strategia sta cambiando. (Open)