Il ritorno di Trump e i timori per il clima
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Con il ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, si riaccendono le preoccupazioni per il futuro delle politiche climatiche globali. La sua avversione verso le auto elettriche, manifestata già durante il suo primo mandato, rappresenta una minaccia per la delicata transizione ecologica che le aziende americane stanno cercando di portare avanti. La promessa, quasi elettorale, di abolire gli incentivi per le auto elettriche ha gettato un'ombra di incertezza sul settore automobilistico americano, già in difficoltà nel tentativo di adattarsi alle nuove normative ambientali.
Laurence Tubiana, amministratore delegato della European Climate Foundation e uno dei principali artefici dell'Accordo di Parigi, ha cercato di smorzare le preoccupazioni, spiegando che il risultato delle elezioni negli Stati Uniti rappresenta una battuta d'arresto per l'azione globale sul clima, ma che l'Accordo di Parigi ha dimostrato di essere resiliente e più forte delle politiche di qualsiasi singolo Paese. Tuttavia, la finestra temporale per limitare a 1,5°C il riscaldamento globale si sta chiudendo rapidamente, e non si può tornare indietro.
Alla vigilia della Conferenza ONU sul clima, la COP29 a Baku, l'Unione Europea e la Francia hanno ribadito il loro impegno completo nei confronti delle questioni climatiche, indipendentemente dalle politiche degli Stati Uniti. La ministra francese per la Transizione ecologica, Agnès Pannier-Runacher, ha chiarito che l'Europa manterrà la sua rotta verso la transizione ecologica, nonostante le sfide poste dal ritorno di Trump al potere.
Gli esperti sottolineano che, in ogni caso, bisogna andare avanti con le politiche climatiche, poiché l'Accordo di Parigi si è dimostrato resiliente e capace di resistere alle pressioni politiche dei singoli Stati.