Kocani, rabbia dopo la strage della discoteca: “Rivoltiamoci, come in Serbia”

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la Repubblica ESTERI

KOCANI – Prima le uova. Poi pietre, pezzi di pannelli strappati con la forza della disperazione e del lutto, lanciati contro la facciata del Municipio che solo un fitto cordone di polizia ha protetto dall’assalto della folla. Poco più di 24 ore dopo la strage del Pulse, a Kocani è esplosa la rabbia. Non solo contro il sindaco “che per 31 ore è rimasto in silenzio” prima di dimettersi “senza neanc… (la Repubblica)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Centinaia di persone, dopo un raduno pacifico davanti al Municipio, al grido di «Assassini», hanno assaltato e distrutto un bar e un'auto appartenenti al proprietario della discoteca 'Pulse' andata a fuoco, che figura tra le persone finora arrestate. (ilmessaggero.it)

Dopo l'incendio nella discoteca "Pulse" in cui sono morti 59 giovani, migliaia di cittadini sono scesi in piazza a Kocani per chiedere giustizia per vittime. Centinaia di persone, dopo un raduno pacifico davanti al Municipio, al grido di “assassini”, hanno assaltato e distrutto un'auto del proprietario del locale (Sky Tg24 )

A Kocani, in Macedonia del Nord, è esplosa la rabbia dei cittadini che chiedono giustizia per le decine di giovani morti nel rogo della locale discoteca. Centinaia di persone hanno lanciato uova contro il municipio, dopo un raduno pacifico, al grido di «Assassini». (Open)

Il racconto di Marija Taseva, 19 anni, una sopravvissuta al terribile incendio della discoteca Pulse a Kocani, in Macedonia del Nord, in cui hanno perso la vita 59 persone. (La Nuova Sardegna)

La Macedonia del Nord si sta preparando per la sepoltura delle vittime della strage della discoteca Club Pulse a Kocani. I bulldozer sono al lavoro per scavare decine di tombe. Centinaia di persone erano nel locale per assistere al concerto di un gruppo locale, quando il tetto a preso fuoco a causa dell'uso di effetti pirotecnici durante il concerto, provocando la morte di 59 persone e più di 150 feriti. (Il Sole 24 ORE)

Secondo le informazioni emerse, il locale operava illegalmente senza licenza e non rispettava le norme di sicurezza fondamentali, utilizzando fuochi d'artificio in modo illegale e mancando di dispositivi antincendio. (La Stampa)