Trump supera il primo test: Johnson speaker della Camera
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Mike Johnson è stato rieletto speaker della Camera americana al termine di un voto combattuto e teso. Johnson ha strappato il minimo dei voti necessari, 218 su 234, superando in extremis le divisioni interne che segnano il partito repubblicano nonostante stia inaugurando una stagione politica dove controllerà entrambi i rami del Congresso oltre alla Casa Bianca con Donald Trump. La scelta dello Speaker era considerata un passo cruciale verso l’unità dei conservatori americani e una dimostrazione di essere in grado di perseguire le priorità di Trump. (Il Sole 24 ORE)
Se ne è parlato anche su altre testate
I repubblicani di estrema destra a volte si sono sentiti frustrati dalla leadership di Johnson e sono inclini a chiedere concessioni quando i loro voti diventano essenziali. Venerdì, quando il 119esimo Congresso presterà giuramento, il presidente della Camera Mike Johnson combatterà per la sua vita politica, ancora una volta. (Naturaestrema)
Lo speaker uscente Johnson si era ricandidato dicendosi fiducioso di farcela al primo scrutinio. (Corriere del Ticino)
Johnson ha ricevuto 218 voti, mentre il rivale democratico Hakeem Jeffris ne ha presi 215: il rinnovo del suo mandato è avvenuto anche grazie ai voti dei deputati Ralph Norman e Keith Self, che inizialmente avevano votato per altri due esponenti repubblicani. (Secolo d'Italia)
L'elezione di Mike Johnson a Speaker della Camera I dubbi e i voti a sfavore (Virgilio Notizie)
Johnson era sostenuto da Donald Trump ed Elon Musk, ma vista la debole maggioranza repubblicana nella camera bassa, aveva bisogno di avere dietro di sé un partito compatto. Cose che hanno trasformato quella che normalmentè è una semplice procedura in un “dramma” politico. (RSI)
Un risultato che, inoltre, è arrivato dopo minuti di suspense, dato che la maggioranza era attesa e, invece, tre repubblicani hanno deciso di non sostenere Johnson, con il numero dei voti rimasto a 216, insufficienti per ottenere il quorum. (Il Fatto Quotidiano)