Foti (FdI): “Paesi sicuri? Non decide il pm sui migranti in Albania”

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QUOTIDIANO NAZIONALE INTERNO

– Tommaso Foti, capogruppo FdI alla Camera. I migranti che avevamo portato in Albania ora sono a Bari. Il modello è dunque sbagliato? “Le norme sono state rispettate, e i paesi di provenienza di quei migranti erano considerati sicuri. La decisione del tribunale di Roma, presa sulla base di una decisione della Corte Ue che non riguardava i due Paesi in esame, porta però il governo a una decisione”. Tommaso Foti, capogruppo di Forza Italia alla CameraIMAGOECONOMICA Una messa in discussione del trattato Italia-Albania? “No, il trattato funziona. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Ne parlano anche altri giornali

L’ex giudice della Corte Penale Internazionale, Cuno Tarfusser, analizza il decreto firmato da Silvia Albano sui migranti in Albania. Ha fatto bene, la giudice, ad annullare il trattenimento degli immigrati nei due centri albanesi? Ha interpretato correttamente la sentenza della Corte di Giustizia europea? Secondo Tarfusser, no. (Nicola Porro)

Pochi giorni fa sono arrivati nei Centri di Shengjin e Gjader in Albania 16 migranti, preceduti dalle trombe della propaganda governativa italiana e accompagnati dalla “occhiuta” curiosità dei leader europei. (Riforma.it)

Con Antonio D’Andrea, professore di Diritto pubblico all’Università di Brescia, facciamo il punto sul quadro giuridico che sta facendo ammattire il governo Meloni, intento ad affermare la legittimità dell’accordo con l’Albania per il trasferimento dei migranti a qualunque costo. (Il Fatto Quotidiano)

Critiche infondate al “Piano Albania”, che continua a riscuotere consensi

COLLEFERRO – Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Retuvasa (Rete per la Tutela della Valle del Sacco) relativo ad una importante sentenza della Corte di Giustizia Europea sul caso Caffaro-Snia-Sorin-LivaNovaPlc. (Cronache Cittadine)

Sessantatre anni, è il giudice della sezione immigrazione del tribunale di Roma che ha firmato con fierezza il provvedimento che ha (Secolo d'Italia)

Le strutture allestite dal governo italiano infatti non sono attrezzate per ospitare minori e persone bisognose di cure. Per quattro è stato subito disposto il trasferimento in Italia: due perché, verificati i dati anagrafici nell’hotspot di Shengjin, sono risultati minorenni e due perché non erano in buone condizioni di salute. (Nicola Porro)