Aumentano i casi di bronchiolite, arriva un vaccino gratis

Aumentano i casi di bronchiolite, arriva un vaccino gratis
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la VOCE del TRENTINO SALUTE

Condividi questo articolo A causa dell’aumento dei casi di virus respiratorio sinciziale tra i bambini, il Ministero della Salute ha avviato contatti con Aifa per spostare l’anticorpo monoclonale Nirsevimab-Bey dalla fascia C, a carico dei cittadini, alla fascia A, coperta dal Servizio Sanitario Nazionale. Maria Rosaria Campitiello, Capo Dipartimento della Prevenzione del Ministero, ha confermato che tutte le Regioni sono state informate attraverso una nota ufficiale. (la VOCE del TRENTINO)

Su altri giornali

La bronchiolite, causata dal virus respiratorio sinciziale, è una malattia grave e negli ultimi anni ha colpito più duramente che mai. Nel 2024 circa 80mila bambini hanno avuto bisogno di assistenza medica ambulatoriale, circa 16mila sono stati ricoverati e ben 16 sono morti. (La Stampa)

Niente farmaci gratuiti, nelle Regioni meridionali e nel Lazio, contro la bronchiolite , malattia che colpisce i neonati e può avere conseguenze gravissime. La circolare inviata... (Virgilio)

CAMPOBASSO. La Regione Molise, insieme ad altre sottoposte al Piano di rientro dal disavanzo sanitario, non potrà "ad oggi garantire la somministrazione dell'anticorpo monoclonale Nirsevimab (classificato in fascia C da Aifa) in quanto trattasi di prestazione extra Lea". (Termoli Online)

“Nelle Regioni del Sud niente anticorpo gratuito contro il virus sinciziale dei bimbi”. Poi il ministero della Salute fa dietrofront

Come riporta ‘La Repubblica’ Americo Cicchetti, il direttore del dipartimento del farmaco, ha inviato una nota ai direttori regionali alla Salute ordinando lo stop della campagna vaccinale nelle regioni in piano di rientro. (Primonumero)

De Luca: "Il Governo nega il farmaco per le bronchioliti ai bimbi del Sud" L'affondo del deputato: provvedimento vieta la somministrazione dell'anticorpo monoclonale (Ottopagine)

In quanto la prestazione non è compresa nei Livelli essenziali di assistenza: quindi o l’ente ha risorse aggiuntive rispetto al Fondo sanitario regionale da dedicare allo scopo oppure le famiglie dovranno pagarselo di tasca propria. (Il Fatto Quotidiano)