Addio a Pino Roveredo, lo scrittore degli ultimi. Ha vinto il Campiello con "Mandami a dire"

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È morto nella notte lo scrittore Pino Roveredo. Aveva 69 anni ed era malato da tempo, ma nell'ultimo mese le sue condizioni erano peggiorate rapidamente. Roveredo era ricoverato da alcuni giorni nella struttura sanitaria di Pineta del Carso. Scrittore impegnato, sempre a favore degli ultimi, Roveredo aveva esordito nel 1996 con il testo autobiografico «Capriole in salita» che lo portò all'attenzione del grande pubblico. (ilgazzettino.it)

Ne parlano anche altre testate

L’emarginazione e la solitudine. Lo scrittore si trovava nella casa di cura La Pineta del Carso di Duino-Aurisina, in provincia di Trieste. (Il Fatto Quotidiano)

L’emarginazione, la malattia mentale, l’alcolismo, l’esistenza reclusa o randagia di personaggi ai confini della società e della vita stessa. Autore triestino di narrativa e di teatro, nel romanzo d’esordio «Capriole in salita» raccontò la sua vita tra alcol, carcere e manicomio. (Corriere della Sera)

Elisa Coloni Gli incontri, l’impegno, le risate. Lo scrittore rivive nelle parole di Paolo Rumiz, Matteo Oleotto e don Mario Vatta (Il Piccolo)

Preferiva farsi chiamare autista delle parole. «Sono diventato popolare raccontando il mio lato peggiore», diceva. Infanzia povera e durissima, passò dal carcere ai premi letterari. Allergico ai salotti, raccontò la Trieste di schiena Mary B. (Il Piccolo)

Sono le parole che chiudono il romanzo “Ferro batte ferro” di Pino Roveredo. Si potrebbe riassumere con questa citazione la vita dello scrittore triestino che si è spento ieri dopo lunga malattia nella struttura sanitari di Pineta del Carso dove era ricoverato da alcuni giorni. (Il Messaggero Veneto)

Cristina Benussi Addio a Roveredo, dalle capriole in salita ha trasformato la vita in letteratura (Il Piccolo)