«Un’apertura e tre chiusure: è il ritmo del commercio locale»
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Sassari Nei limiti del commercio al dettaglio e della vendita ambulante, si procede al ritmo «di un’apertura ogni tre chiusure». Non benissimo, per usare un eufemismo. «Credo sia arrivato il momento di fare un bel respiro e capire quale futuro ci aspetta. Di sicuro c’è che certe attività devono essere svolte da professionisti e gente con capacità, non si può pensare che aprire un bar sia facile per tutti»: la riflessione è di Sebastiano Casu, presidente di Confcommercio Sardegna dall’ottobre 2022. (La Nuova Sardegna)
La notizia riportata su altri giornali
Viterbo – Riceviamo e pubblichiamo – Negli ultimi dodici anni, le città italiane hanno assistito a una significativa trasformazione del tessuto commerciale e delle attività di alloggio e ristorazione. Secondo un’analisi condotta da Confcommercio, tra il 2012 e il 2024, l’Italia ha perso quasi 118.000 negozi al dettaglio e 23.000 attività di commercio ambulante. (Tuscia Web)
E del totale della nuova occupazione straniera nell’intera economia (+397mila occupati negli ultimi 12 anni) il 39% si concentra nel commercio, nell’alloggio e nella ristorazione (+155mila); nei centri storici chiudono più negozi che nelle periferie, sia al Centro-Nord che nel Mezzogiorno. (La Gazzetta del Mezzogiorno)
Dal 2012 al 2024, nel Paese sono scomparsi quasi 118mila negozi al dettaglio e 23mila attività di commercio ambulante, mentre si è registrata una crescita soltanto nel settore dell’alloggio e della ristorazione (+18.500). (CremonaOggi)

Chiudono i ferramenta, i giocattolai, le librerie di quartiere, i bar e i piccoli negozi di abbigliamento. Al loro posto: farmacie e parafarmacie, negozi di telefonia, ristoranti e bed & breakfast. (ilmessaggero.it)
Ma in una realtà con il segno meno, non tutti chiudono: bar e ristoranti, per esempio, ce ne sono senza dubbio più che dodici anni fa, tanto che alcune vie del centro hanno una concentrazione decisamente importante di pizzerie. (Gazzetta di Modena)
Negli ultimi dodici anni, secondo i dati del Centro Studi Confcommercio in collaborazione con l’Istituto Tagliacarne, l’Italia ha perso 118 mila negozi al dettaglio (-21,4%) e 23 mila attività ambulanti (-24,4%). (VideoCittà.media)