Filippo Turetta e il memoriale, la premeditazione e la reazione dei genitori

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INTERNO

Filippo Turetta, accusato dell'omicidio della sua ex compagna Giulia Cecchettin, ha recentemente depositato un memoriale di 80 pagine nel processo in corso a Venezia. Nel documento, Turetta descrive dettagliatamente il suo stato d'animo e le sue preoccupazioni riguardo alla reazione dei genitori dopo l'arresto. Egli temeva che, scoprendo la premeditazione del femminicidio, i suoi genitori non volessero più vederlo. Questo timore lo ha portato a mentire loro, cercando di nascondere la verità.

Nel memoriale, Turetta racconta anche della sua dipendenza emotiva da Giulia, descrivendo un'infanzia grigia e un rapporto complesso con il fratello. Le sue parole rivelano un disagio profondo, che lo ha condotto a compiere l'atto estremo. Tra le frasi più significative, emerge la convinzione che il loro destino fosse di stare per sempre insieme, e l'incapacità di vedere un futuro senza di lei.

Un altro aspetto inquietante del memoriale riguarda le numerose foto di Giulia che Turetta ha scattato nel corso della loro relazione. Egli afferma di avere tra le 15.000 e le 20.000 immagini nella galleria del suo cellulare, alcune delle quali scattate poco prima dell'omicidio. Durante la fuga, dopo la morte di Giulia, Turetta ha continuato a riguardare queste foto, alimentando ulteriormente il suo stato di angoscia.

Il memoriale, scritto a mano e al computer, è stato integrato e rivisto tre volte, dimostrando l'importanza che Turetta attribuisce a questo documento.