Affitti brevi, solo il 32% è in regola

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NAPOLI. Quello degli affitti brevi è un tema caldo negli ultimi tempi, specialmente alla luce dell'avvicinarsi del termine ultimo per dotarsi del Codice Identificativo Nazionale: da gennaio, infatti, le strutture che ne risulteranno sprovviste saranno passibili di sanzioni che vanno da un minimo di 800 a un massimo di 8.000 euro per chi non ha richiesto il codice obbligatorio. La Fondazione Isscon e l'Osservatorio Nazionale Federconsumatori, con il contributo del Sunia, hanno realizzato un'indagine per misurare il livello di legalità degli affitti turistici nel nostro Paese, esaminando, nella prima metà di novembre quale fosse lo stato dell'arte sul fronte dell'adozione del Codice Identificativo Nazionale (Cin) e delle dotazioni di sicurezza degli immobili. (ROMA on line)

Su altri media

Solamente il 2,2% dei locali in affitto breve a Torino risulta in regola con la normativa che partirà a gennaio 2025, ovvero quella relativa al CIN (Codice Identificativo Nazionale) e alle nuove linee sulla sicurezza. (Corriere della Sera)

Solo il 52% degli immobili in affitto turistico si è dotato del Cin, il Codice Identificativo Nazionale, su quasi mille immobili monitorati in 10 città, strutture gestite sia da host privati che da professionisti, presenti sulle principali piattaforme di settore. (Corriere della Sera)

I dati emergono da un’indagine di Fondazione Isscon e dell’Osservatorio Federconsumatori, con il contributo del Sunia, per misurare il livello di legalità degli affitti turistici in Italia. – Solo il 52% degli immobili in affitto turistico si è dotato del cosiddetto Cin, ossia il Codice identificativo nazionale, e appena il 5,6% è pienamente in regola. (LA NAZIONE)

Check-in da remoto e key box, il questore Valentino: “Nessun divieto, ma rimane l’obbligo di verificare di persona chi alloggia”

Quello degli affitti brevi è un tema caldo negli ultimi tempi, specialmente alla luce dell'avvicinarsi del termine ultimo per dotarsi del Codice Identificativo Nazionale: da gennaio, infatti,... (Virgilio)

Il sostituto procuratore di Roma, Alessandro Di Cicco, non ha convalidato il sequestro probatorio delle cosiddette "key box", rimosse la scorsa settimana dalla polizia locale della Capitale. La polizia locale aveva rimosso alcune cassette portachiavi nel quartiere di Trastevere dopo il provvedimento del ministero dell'Interno sul check-in in presenza. (Euronews Italiano)

Bergamo. "Non c'è un divieto assoluto di utilizzo delle key boxes o delle procedure di identificazione da remoto, ma un richiamo all'obbligo di verifica di persona e puntuale su chi effettivamente ci sia all'interno delle abitazioni messe in affitto". (BergamoNews.it)