Auto nella comunità digital ecco come vincono i cinesi
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La Cina fa nuovamente paura. Questa volta è il turno dell’industria automobilistica. L’Europa per anni non si è accorta di quanto e come il settore stesse cambiando, anche (ma non solo) per mano cinese. Qualche settimana fa l’Unione Europea ha introdotto dazi sulle importazioni di auto elettriche a batteria prodotte in Cina, con l'obiettivo di contrastare pratiche di concorrenza sleale dovute a sussidi statali. (corriereadriatico.it)
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E sull’auto si abbatte una tempesta perfetta. Un’altra, forse quella più intensa e pericolosa capace di stravolgere la geografia dell’industria ben più della crisi epocale degli anni scorsi generato dal triplo combinato disposto di pandemia, guerra e chip shortage. (Il Sole 24 ORE)
Dalle notizie che stanno emergendo in questi ultimi mesi siamo di fronte ad una delle crisi più profonde e strutturali che il settore automobilistico europeo abbia mai affrontato. Come si è potuti arrivare ad una situazione così grave? Solo qualche anno fa l’Europa, dando vita al Green New Deal, sembrava aver puntato tutte le sue carte sulla rivoluzione verde e sul passaggio alla motorizzazione di massa elettrificata. (Il Fatto Quotidiano)
Si è appena conclusa la Cop29 di Baku, con un accordo che soddisfa (poco) i sostenitori della finanza climatica e ancora meno le imprese dei 29 Paesi coinvolti. L’industria automobilistica europea sta pagando un prezzo altissimo per una transizione ecologica accelerata (e non priva di contraddizioni). (Economy Magazine)