Arcangelo Correra, l'addio di Napoli al giovane ucciso
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In un pomeriggio di nuvole nere, Napoli ha dato l'ultimo saluto ad Arcangelo Correra, il diciottenne tragicamente scomparso nella notte tra venerdì e sabato scorsi. La bara bianca, portata a spalla dai suoi amici più cari, era adornata con la maglia azzurra numero 10 di Diego Maradona e una foto che lo ritraeva con l'abito scuro e il papillon delle grandi occasioni. Via Tribunali, gremita di giovani dei Decumani e di Forcella, si è trasformata in un fiume umano che, man mano, si ingrossava avvicinandosi alla chiesa di Santa Caterina a Formiello, dove si è svolto il rito funebre.
L'arcivescovo di Napoli, Domenico Battaglia, ha celebrato le esequie, rivolgendosi con parole forti e commoventi ai presenti, in particolare ai giovani amici di Arcangelo, che ha voluto vicino all'altare per poterli guardare negli occhi. "Non possiamo essere ipocriti", ha detto Battaglia, esortando tutti a non rimanere indifferenti di fronte a questa tragedia e a fare un passo decisivo verso il cambiamento. "Le cose possono cambiare, ma dovete avere il coraggio di mettervi in gioco", ha aggiunto, incrociando lo sguardo dei giovani davanti all'altare.
La morte di Arcangelo, ucciso da un colpo di pistola sparato dall'amico diciannovenne Renato Caiafa, ha scosso profondamente la città. L'arcivescovo Battaglia ha lanciato un appello alla verità e alla fine della violenza, invitando i giovani a riprendere in mano la propria vita e a costruire una speranza. "Permettetemi di esservi accanto e di aiutarvi a non sentirvi soli", ha detto durante la liturgia della parola, sottolineando l'importanza di camminare insieme verso un futuro migliore.
La cerimonia, segnata da lacrime e commozione, ha visto la partecipazione di almeno duemila persone, unite nel dolore e nel ricordo di un giovane la cui vita è stata spezzata troppo presto.