Sardegna, il 13,7% delle persone rinuncia alle cure: peggior dato in Italia
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Secondo quanto riferito dal rapporto del Cnel, il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, la Sardegna ha acquisito un altro triste primato in ambito sanitario. Si tratta infatti della regione in cui il maggior numero di persone rinuncia alle cure. I problemi sono principalmente due e riguardano sia le difficoltà economiche che quelle di offerta, come le lunghe liste di attesa. In totale, la percentuale di coloro che si vedono costretti a declinare le cure è del 13,7. (Cagliaripad.it)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Nel 2023 circa 4,5 milioni di persone hanno rinunciato alle cure per motivi economici, per le lunghe liste di attesa o per le difficoltà a raggiungere i luoghi di erogazione del servizio. È questo l’allarme lanciato dal CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), che nella sua Relazione 2024 ha mostrato i numeri in aumento rispetto allo scorso anno. (SardiniaPost)
Si tratta del 7,6% della popolazione italiana, contro il 7% del 2022 e al 6,3% del 2019, l’anno pre pandemia. Nel 2023 circa 4,5 milioni di persone hanno rinunciato a prestazioni sanitarie per problemi economici, problemi di offerta – come le liste d’attesa troppo lunghe – o difficoltà a raggiungere i luoghi di erogazione del servizio. (la Repubblica)
I numeri preoccupanti emergono dalla Relazione 2024 sui servizi pubblici stilata dal Cnel (Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro). In Sardegna quasi 14 pazienti su 100 costretti a smettere di curarsi. (L'Unione Sarda.it)
Va meglio in Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Friuli-Venezia Giulia e Province Autonome di Trento e Bolzano con circa il 6% di rinunciatari De Pascale: “I dati complessivi del sistema sanitario in Italia stanno crollando. (Regione Emilia-Romagna Salute)
«L’Emilia-Romagna sarà in prima fila per cambiare nuovamente la tendenza». I dati della Regione oggi si attestano leggermente al di sopra della media nazionale (Ravenna e Dintorni)
È quanto emerge dai dati del Cnel, contenuti nella Relazione 2024 sui servizi pubblici, che sottolineano un peggioramento rispetto agli anni pre-pandemia (6,3% nel 2019) e un ulteriore incremento rispetto al 7% del 2022. (Sanità in Sicilia)