Quale futuro per la Siria se Europa e Usa si chiamano fuori

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Avvenire ESTERI

Ora che il tiranno è fuggito, scappando dall’implosione repentina del suo regime, resta da capire quale futuro aspetti la Siria, uno dei Paesi più tormentati del Medio Oriente. Il nuovo apparente uomo forte, Abu Mohammed al-Jolani, il capo del movimento post-jihadista Hayat Tahrir al-Sham (Hts), promette libertà e tolleranza per le tante minoranze etniche e religiose del Paese. Ma la storia, così come le cronache più recenti, ci hanno dato continue dimostrazioni di quanto le parole di questi islamisti pseudo-moderati vadano prese con estrema cautela. (Avvenire)

La notizia riportata su altri giornali

Nessuno rimpiangerà i 24 anni del regime feroce di Bashar al-Assad, moltiplicati per due e oltre, avendo la sua famiglia governato la Siria col pugno di ferro per 54 anni di fila. Le tre incognite sulla nuova Siria (Start Magazine)

Siria, Israele avanza (e attacca): raid contro basi, porti e depositi. Erdogan: «Si rispetti l’integrità territoriale» Siria, la resa dei conti Trascinati in strada, a Latakia, porto nord-occidentale siriano per decenni descritto come la roccaforte dei clan alawiti associati al potere degli Assad. (ilmessaggero.it)

Tel Aviv festeggia, ma il maggior "vincitore" è la Turchia di Erdogan. Gli Stati Uniti si limitano a osservare? (Sky Tg24 )

Quale Siria dopo Assad?

Il cessate il fuoco, molto imperfetto, in atto dall’alba del 27 novembre 2024 fra Israele e le milizie sciite Hezbollah resta fragilissimo, fra accuse di reciproche violazioni, nuove scaramucce e incursioni a singhiozzo. (Analisi Difesa)

I ribelli prendono il potere in Siria, costringendo Bashar al-Assad alla fuga in Russia. Finisce la dinastia degli Assad, Bashar è rimasto al potere dal 2000 al 2024. (Liberoquotidiano.it)

La caduta del regime più che cinquantennale della dinastia degli Assad in Siria rappresenta uno dei momenti di svolta più importanti della storia recente del Medio Oriente. Tassello fondamentale della cosiddetta “mezzaluna sciita” che rappresentava la proiezione dell’Iran nella regione; attore cruciale per le sorti politiche del Libano, su cui ha sempre avuto un’influenza determinante, anche grazie al supporto a Hezbollah; ultimo baluardo di resistenza contro le variegate spinte rivoluzionarie che, dal 2011, hanno provocato la caduta di regimi in Tunisia, Egitto, Libia, Yemen, e destabilizzato ulteriormente l’Iraq; il regime alawita di Bashar al-Assad sembrava da qualche anno essere riuscito a vincere una guerra civile violentissima, che ha provocato più di mezzo milione di vittime. (ISPI)