Eboli, Maati ucciso a coltellate a Campi Bisenzio: tra gli aggressori anche un ebolitano
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C’è anche un ventenne di Eboli tra i sei indagati per l’omicidio del 17enne Maati Moubakir avvenuto la notte tra il 29 e il 30 dicembre scorsi a Campi Bisenzi in Toscana. Il giovane, nato a Eboli, è un italiano di seconda generazione che da qualche anno risiede in provincia di Firenze, proprio a Campi Bisenzi, per motivi di lavoro. Quale sia stato il suo ruolo nella vicenda è ancora tutto da definire. (ilmattino.it)
Ne parlano anche altri media
Ognuno tira dritto. Nell’aria c’è odore di cumino e bitume appena spalmato al suolo. (LA NAZIONE)
Qui, Maati Moubakir sarebbe stato picchiato con bastoni e caschi, e raggiunto da alcune coltellate alla schiena. Di Stefano Brogioni FIRENZE Il primo tempo dell’aggressione è avvenuto intorno alle 5.30 nel giardino della scuola media Matteucci, nel cuore di Campi Bisenzio (LA NAZIONE)
Spinto dalla coscienza, e forse anche dall’appello della madre della vittima, il 18enne di Campi Bisenzio sabato scorso si è spontaneamente presentato dagli inquirenti per collocarsi nelle strade della cittadina, per darsi un ruolo in quella rissa culminata nella morte di Maati Moubakir, un ragazzo di qualche mese più giovane di lui. (LA NAZIONE)
E si è presentato spontaneamente ai carabinieri a dire che, nella notte di spranghe e coltelli in cui ha perso la vita il 17enne Maati Moubakir, c’era anche lui. Ma non solo lui: sono sei (il più grande ha 22 anni, il più giovane è diventato maggiorenne lo scorso settembre) gli indagati per la rissa avvenuta all’alba di domenica 29 dicembre, rissa culminata nell’omicidio del giovane di Certaldo. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Salgono a sei gli indagati per l'omicidio volontario di Maati Moubakir, il ragazzo di 17 anni ucciso dopo la discoteca a Campi Bisenzio la mattina del 29 dicembre. La procura ha notificato anche a tutti loro l'informazione di garanzia per l'autopsia fissata il 10 gennaio. (leggo.it)
Inviato a Firenze. Un omicidio cruento, aggravato dall’uso di bastoni e caschi e da futili motivi, maturato dopo uno screzio in discoteca fra compagnie di giovanissimi, molti dei quali italiani figli di immigrati di prima generazione: un commento non gradito a una ragazza di un gruppo rivale. (Il Fatto Quotidiano)