Cultura, il decreto dimezzato. Saltano nomine e poteri ad Ales
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Un decreto Cultura dimezzato nel vero senso della parola, a cominciare dalla nomina dei nuovi dirigenti. Dovevano essere sei e invece sono diventati tre, finiti sotto la scure dei rilievi della ragioneria dello Stato: si sarebbe trattato di uno «spreco di denaro pubblico». Il compito di prendere la parola in Consiglio dei ministri per ridimensionare i progetti di Alessandro Giuli è toccato al res… (la Repubblica)
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Tra queste, spicca la stabilizzazione della norma che consente l'organizzazione semplificata di concerti e... Leggi tutta la notizia (Virgilio)
Introduzione (Sky Tg24 )
Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), martedì 24 dicembre 2024 12:12:39 Il Consiglio dei Ministri ha approvato, nella giornata del 23 dicembre, il Decreto Cultura, che introduce misure innovative per valorizzare il patrimonio culturale, sostenere l'editoria e promuovere la cooperazione culturale con Africa e Mediterraneo. (Il Vescovado Notizie)
Su queste pagine, per esempio, è recentemente apparso un articolo a firma dell’ex Maresciallo Marco Billeci che, pur complimentandosi per lo slogan utilizzato e augurandosi, alla fine, che le sue stesse perplessità si dimostrino non corrette, elenca quelle che risulterebbero le ragioni dell’inopportunità “strategica” della scelta referendaria. (Il Giornale d'Italia)
Arrivano anche l’obbligo dell’invio della fattura per gli acquisti fatti con il bonus per 18enni e la semplificazione della burocrazia dei piccoli spettacoli. (Italia Oggi)
Per farlo, Alessandro Giuli ha scelto il mezzo preferito dai suoi colleghi: il decreto. Lo aveva annunciato dopo il suo arrivo turbolento al governo, tra la cacciata del primo capo di gabinetto (invischiato nell’affaire Boccia) e le dimissioni forzate del secondo (mal digerito dalla destra): «Cambierò tutto al ministero della Cultura». (il manifesto)