Tumore della prostata e sovradiagnosi: serve cautela nello screening con PSA
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I risultati di un nuovo studio suggeriscono che i programmi di screening spontanei per i tumori della prostata, a partire dalla misurazione del PSA, portano benefici limitati in termini di riduzione della mortalità a livello di popolazione, ma causano la sovradiagnosi in un numero elevato di uomini. Questo significa che a molti uomini verrà diagnosticato e curato (con tutte le conseguenze delle cure) un tumore che non avrebbe in realtà mai dato sintomi né problemi. (Scienza in rete)
Se ne è parlato anche su altri giornali
«Oggi purtroppo alcuni screening che proponiamo non riscuotono il successo che meriterebbero - aveva detto a febbraio -. Uno screening anti-tumore val bene uno sconto in negozio. (Corriere Milano)
A chi è rivolto lo screening gratuito della prostata In questa fase possono effettuare lo screening gli assistiti in Regione Lombardia nati a novembre del 1974 e successivamente, in aggiunta ogni mese, i cittadini che compiono 50 anni nel mese in corso. (L'Eco di Bergamo)
Arriveremo a riorganizzare il sistema della medicina preventiva puntando su dati e sull'intelligenza artificiale. Chi si sottopone a screenig di prevenzione sarà premiato: è la nuova direzione che sta prendendo l'assessorato al Welfare di Regione Lombardia che vuole «puntare tutto sulla prevenzione riorganizzando la sanità- spiega l'assessore lombardo al Welfare Guido Bertolaso - . (il Giornale)
Il programma è stato presentato in conferenza stampa a Palazzo Lombardia dall'assessore al Welfare, Guido Bertolaso. Regione Lombardia ha avviato un programma di screening gratuito per la diagnosi precoce del tumore alla prostata, diventando la prima regione in Italia a implementare un’iniziativa di questo tipo. (La Provincia di Cremona e Crema)
Leggi tutta la notizia 'Obiettivo, individuare l'eventuale carcinoma aumentando le possibilità di... (Virgilio)
«Un’iniziativa unica» per cui Palazzo Lombardia aveva cercato testimonial disposti a «metterci la faccia» gratuitamente, senza però riuscire a trovarli. «Abbiamo anche lanciato un paio di appelli — dice l’assessore al Welfare Guido Bertolaso —, ma molti di coloro che si sono resi disponibili o abbiamo contattato volevano un gettone di presenza». (Corriere Milano)