«Benjamin Netanyahu non parli di antisemitismo e vada in galera»

«Benjamin Netanyahu non parli di antisemitismo e vada in galera»
Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
Open INTERNO

Lo scrittore Gavron e lo storico Morris: troppo comodo per lui respingere così il mandato di arresto dell'Aia Benjamin Netanyah non dovrebbe parlare di antisemitismo a proposito del mandato d’arresto dell’Aia. Dovrebbe andare in carcere. Anche perché su di lui pende un’accusa di corruzione. Sono le opinioni dello scrittore Assaf Gavron e dello storico Benny Morris, entrambi di nazionalità israeliana, lo dicono in due diverse interviste a Repubblica e a La Stampa (Open)

La notizia riportata su altri media

La decisione costituisce un sostegno fondamentale alla causa del Sudafrica e di diversi paesi partner davanti alla Corte internazionale di giustizia, che sta invece indagando sugli atti di genocidio commessi da Israele. (Contropiano)

“Il mandato di arresto per Netanyahu? Non mi serviva la Corte penale internazionale per sapere che è un criminale di guerra. E’ sotto gli occhi di tutti”. (Il Fatto Quotidiano)

Sul conflitto in Medio Oriente e sulle accuse della Corte Penale Internazionale al premier israeliano Benjamin Netanyahu "non siamo divisi, perché la linea in politica estera la danno il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri. (La Provincia di Cremona e Crema)

L’Aia confonde democrazia e terrore ma almeno ci evita il «genocidio»

Il viaggio che il premier israeliano potrebbe intraprendere stando alle dichiarazioni dei leader globali è una sorta di linea che va a zig-zag intorno al pianeta, da Washington alla capitale ungherese, toccando pure Mosca e Belgrado. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Nonho alcuna intenzione di cambiare la mia opinione: la CPI è un organismo politico, nulla di più. Lo scrissi quando emise un mandato d’arresto nei confronti di Vladimir Putin e lo ripeto oggi, dopo l’emissione di un mandato di arresto nei confronti di Benjamin Netanyahu (Il Giornale d'Italia)

Per fortuna però, al di là di questa svista, evita di mettere sullo stesso piano lo sterminio di un popolo e i danni collaterali della guerra.No, non è genocidio. La Corte penale internazionale equipara il leader di Gerusalemme al jihadista Deif. (La Verità)