Taglio dell’Irpef, Giorgetti: «Prima dobbiamo aspettare gli incassi del concordato»
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«Quando li vedrò, decideremo come usarli». Giancarlo Giorgetti continua a mostrarsi cauto sull’incasso del concordato. Stesso approccio per il suo utilizzo. Per fare chiarezza su questo dossier bisognerà attendere il 12 dicembre, quando si chiuderanno i termini di adesione al concordato biennale preventivo per le partite Iva. Ma in maggioranza si registrano sempre più appetiti verso questi fondi. E non soltanto per tagliare fino a due punti l’aliquota mediana oggi al 35 per cento dell’Irpef (intervento da 2,5 miliardi di euro) oppure per provare a ridurre la tassazione ai contribuenti con redditi sopra i 50mila euro. (ilmessaggero.it)
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Il governo punta a raggiungere almeno 2,5 miliardi dal concordato per andare avanti sul taglio dell'Irpef per il ceto medio. Lo ha detto il viceministro dell'Economia Maurizio Leo interpellato a margine dell'assemblea di Confesercenti. (Tuttosport)
A venti giorni dalla scadenza per aderire alla misura, il governo sta già facendo ipotesi sulle entrate possibili. L’obiettivo del governo resta chiaro: ridurre l’Irpef per favorire i ceti medi. (Economy Magazine)
Non solo. Bollettephotoiron - stock.adobe.com Dal concordato all’Irpef “Noi abbiamo spostato l'asticella in avanti, perché abbiamo riaperto i termini per il concordato, fissati al 12 dicembre (dalla cui riuscita dipendono anche le risorse disponibili per la legge di bilancio ndr) : ci auguriamo che ci sia un gettito aggiuntivo che verrà messo a servizio della riduzione dell'aliquota del ceto medio”. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
E' quanto si apprende da fonti qualificate. Se dal concordato bis non dovessero arrivare le risorse necessarie per un ulteriore taglio dell'Irpef al ceto medio, non è escluso che si possa valutare un decreto legge in cui far confluire altre risorse e che potrebbe essere varato anche successivamente alla manovra, ai primi di gennaio. (Gazzetta di Parma)
– L’obiettivo è di tagliare le tasse sul ceto medio. Un cavallo di battaglia di tutti i partiti di centrodestra. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Il reshoring (la detassazione del 50% del reddito per 5 o 10 anni derivante da attività trasferite nel territorio dello Stato), la calamita acchiappa imprese straniere sotto giudizio Ue. La disposizione, introdotta dal dlgs 209/2023, dlgs internazionalizzazione, è ancora in attesa del via libera europeo e rischia di restare bloccata. (Italia Oggi)