Torna in attività Viktor Bout: il ‘mercante della morte’ russo venderà armi agli Houthi

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(Adnkronos) – Viktor Bout, il ‘mercante di morte’, come il trafficante d’armi russo è conosciuto, sarebbe tornato in attività. Uscito da una prigione statunitense quasi due anni fa in uno scambio di detenuti con la Russia, che aveva rilasciato la star del basket Brittney Griner, starebbe cercando di mediare la vendita di armi leggere ai militanti Houthi dello Yemen sostenuti dall’Iran. Lo riporta il Wall Street Journal, che cita un funzionario della sicurezza europeo e altre persone a conoscenza della questione, secondo cui il 57enne – la cui vita avrebbe ispirato il film hollywoodiano del 2005 ‘Lord of War’, con Nicolas Cage – ad agosto avrebbe incontrato a Mosca emissari Houthi per negoziare l’acquisto di armi automatiche per un valore di 10 milioni di dollari. (OglioPoNews)

Su altre fonti

Jake Sullivan stava parlando di uno dei più famosi trafficanti di armi del mondo: il russo Viktor Bout. Quando ha lasciato la prigione americana in cui è rimasto rinchiuso per 12 anni, è intervenuto perfino il consigliere per la sicurezza nazionale Usa: “Crediamo di poter gestire questa sfida, rimarremo costantemente vigili contro ogni minaccia che può rappresentare per gli Stati Uniti”. (Il Fatto Quotidiano)

Viktor Bout, il "mercante della morte di Putin" liberato due anni fa, sarebbe coinvolto nel commercio di armi con i ribelli Houthi dello Yemen: a rivelarlo, un'inchiesta del Wall Street Journal. (il Giornale)

Secondo quanto riporta il Wall Street Journal, che cita un funzionario della sicurezza europeo e altri personaggi, Bout avrebbe incontrato emissari Houthi a Mosca. Viktor Bout, noto trafficante d’armi russo condannato nel 2012 a 25 anni di reclusione dagli Usa e rilasciato in uno scambio di prigionieri, in cambio di Brittney Griner, cestista star del basket americano, è accusato di aver fornito armi automatiche per un valore di 10 milioni di dollari al gruppo terroristico Houthi sostenuto dall’Iran in Yemen (ilmessaggero.it)

Elena Chesakova, morta di "infarto" in carcere cittadina di Odessa arrestata per aver esposto bandiera russa davanti statua di Caterina II

Rilasciato meno di due anni fa da una prigione statunitense in cambio della scarcerazione della giocatrice di basket statunitense Brittney Griner da un carcere russo, sarebbe tornato … (la Repubblica)

Tornato in patria, si è unito a un partito di estrema destra filo-Cremlino, il Partito liberal-democratico di Russia (LDPR), e dal 2023 a oggi è poi apparso spesso in televisione, come commentatore della politica russa, conoscitore degli Stati Uniti e, saltuariamente, «esperto di commercio di armi». (Corriere del Ticino)

Chesakova era stata presa in custodia la sera dell’8 ottobre 2022 con queste accuse dopo aver esposto la bandiera russa davanti alla statua di Caterina II, la zarina fondatrice della città, già smantellata dalle autorità di Odessa nell’ambito di una campagna contro la "russificazione" iniziata nel 2014 ma cresciuta d’intensità a partire proprio dal 2022 e culminando, tra le altre, anche nel rogo delle opere del poeta, saggista, scrittore e drammaturgo russo Aleksandr Sergeevič Puškin. (Il Giornale d'Italia)