Pil Italia, l’FMI gela il Governo

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
ECONOMIA

Il Fondo Monetario Internazionale (FMI), nel suo recente aggiornamento delle stime economiche, ha espresso un giudizio piuttosto severo sulle prospettive di crescita dell'Italia, contraddicendo le previsioni ottimistiche del Governo Meloni. Secondo l'istituzione di Washington, l'economia italiana crescerà dello 0,7% quest'anno, in linea con le stime precedenti, e raggiungerà lo 0,8% nel 2025, una revisione al ribasso dello 0,1% rispetto alle previsioni di luglio.

Questa frenata della crescita, come sottolineato anche dagli economisti di Confindustria, è attribuibile a una serie di fattori che mettono a rischio la competitività del Paese nel breve e medio periodo. Tra questi, la volatilità dei mercati, i conflitti in corso, come la guerra in Medio Oriente, e l'influenza delle elezioni sulle politiche commerciali degli Stati. Il "World Economic Outlook" del FMI avverte che il livello di incertezza che circonda le prospettive economiche globali è elevato, con rischi in aumento.

Il Centro studi di Confindustria, guidato da Alessandro Fontana, ha presentato un rapporto semestrale di previsione intitolato "I nodi della competitività", che conferma la frenata della crescita italiana. Le previsioni del Centro studi sono leggermente migliori rispetto a quelle del FMI, con una crescita dello 0,8% nel 2024 e dello 0,9% nel 2025. Tuttavia, anche queste stime indicano una crescita modesta, insufficiente a garantire una ripresa economica robusta.

In questo contesto, emerge la necessità di affrontare i nodi strutturali che frenano la competitività del Paese. La mancanza di 3,8 milioni di addetti, come evidenziato da Confindustria, rappresenta una delle principali sfide per il mercato del lavoro italiano.