Israele distrugge l'arsenale di Assad
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L'esercito israeliano, noto come IDF, ha recentemente intensificato le sue operazioni militari in Siria, conducendo circa 480 attacchi aerei nelle ultime 48 ore contro obiettivi strategici. Questi attacchi, che hanno coinvolto sia navi della marina che aerei dell'aviazione, sono stati mirati a distruggere l'arsenale del regime di Bashar al-Assad, il quale, dopo la caduta del dittatore, è finito nelle mani dei gruppi jihadisti guidati da Abu Muhammad al-Jolani.
La situazione in Siria è diventata sempre più caotica, non solo a causa delle tensioni interne, ma anche per le mire espansionistiche di Turchia e Israele. Il leader dei combattenti jihadisti, un tempo legati ad Al Qaeda e all'ISIS, ha annunciato l'intenzione di rintracciare e punire gli ex alti funzionari del regime di Assad, contribuendo ulteriormente all'instabilità del paese.
Nel frattempo, Israele ha occupato le alture del Golan, con il primo ministro Netanyahu che ha dichiarato che non intende ritirarsi da queste posizioni strategiche. La caduta del regime di Gheddafi nel 2011 ha creato un precedente preoccupante per Israele, poiché i giganteschi arsenali libici si sono trasformati in un supermarket per le milizie jihadiste di due continenti, fornendo un flusso inesauribile di armi ed esplosivi. Questo scenario si sta ora ripetendo in Siria, con l'arsenale di Assad che rischia di finire nelle mani dei fondamentalisti.
In questo contesto, l'IDF ha pubblicato diversi video che mostrano gli attacchi in Siria, compreso il porto di Latakia, evidenziando l'ampiezza e l'intensità delle operazioni militari.