Salvini, la telefonata di Meloni per l'assoluzione (e il sollievo per la stabilità del governo)
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L’eco dell’applauso scattato nell’ala destra dell’Aula della Camera alla notizia dell’assoluzione è arrivato fin su in Lapponia, a colpi di messaggini sullo smartphone della premier. «Giorgia, peccato che non sei qui per vedere le facce dei gufi!», è il senso di tanti WhatsApp. La premier, che era appena arrivata alla cena con i primi ministri del summit Nord-Sud che si è aperto ieri tra le nevi e i ghiacci della Finlandia, ha composto il numero di Matteo Salvini e lo ha chiamato per fargli i complimenti: « notizia, sono davvero felice». (Corriere della Sera)
Ne parlano anche altre fonti
Roma — «Non possiamo che provare una profonda delusione dopo questa sentenza. Sono passati cinque anni, ma il ricordo della sofferenza inutile a cui sono state sottoposte le persone a bordo è vivissimo». (la Repubblica)
Salvini in una diretta social nella tarda serata di ieri ha fatto sapere che in caso di condanna ricorrerà in appello: "Mi sento sereno, un po' come Notte prima degli esami di Venditti", ha affermato conversando con in suoi sostenitori. (Liberoquotidiano.it)
Il Comune di Oristano ha disposto una variazione agli orari di apertura degli uffici in occasione delle festività natalizie. La decisione è stata presa dal sindaco Massimiliano Sanna, che ha rilevato come in alcune giornate dell’anno, specialmente nei periodi feriali immediatamente precedenti e successivi al Natale, si registra una significativa riduzione dell’afflusso di pubblico e, di conseguenza, della domanda di servizi da parte dei cittadini. (Giornale di Oristano)
Rischia sei anni di carcere. Il leader della Lega aspetta il verdetto in solitaria, o quasi. (Il Sole 24 ORE)
Il vicepremier Matteo Salvini (all’epoca dei fatti ministro dell’Interno) è imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio. Oggi è il giorno della sentenza Open Arms. (La Stampa)
E allora deputati e deputate della Lega scattano in piedi e iniziano a battere le… «Aspetta, aspetta», dice qualcuno. (La Stampa)