La madre della quindicenne di piazza Armerina impiccata: «Mia figlia non si è uccisa»
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«L’ho trovata impiccata. Era in ginocchio tutta legata, ma una bambina come fa a legarsi fino ai piedi? C’era un doppio nodo al collo, la corda era passata due volte. C’era un doppio nodo all’albero. Come fa una bambina a uccidersi così?». Non crede all’ipotesi del suicidio la madre della 15enne trovata impiccata a un albero, a Piazza Armerina, martedì. La Procura dei minori di Caltanissetta ha aperto una indagine per istigazione al suicidio. (Giornale di Sicilia)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Impossibile, dice. – “Vogliamo che il presidente della Repubblica si metta una mano sul cuore e guardi il caso di mia figlia”. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
C'è anche un biglietto d'addio che lei avrebbe lasciato al fidanzato ma che secondo la sorella maggiore non può aver scritto: non ha riconosciuto la sua scrittura. (Fanpage.it)
È a una svolta l’indagine sul suicidio della quindicenne di Piazza Armerina, nell’ennese, trovata impiccata con una corda a un albero nel giardino della sua casa, martedì scorso. I magistrati dei minori, a sorpresa, hanno disposto nuovi accertamenti sulla salma di Larimar Annaloro che, dopo il nullaosta alla sepoltura rilasciato dagli inquirenti di Enna, era tornata nella disponibilità della famiglia. (Corriere della Sera)
Le hanno tolto la vita perché brillava troppo e noi come famiglia abbiamo paura per le nostre vite». Lo dice la madre della 15enne trovata impiccata a un albero del giardino di casa, martedì scorso, a Piazza Armeria (Enna). (Giornale di Sicilia)
«Mia figlia voleva fare la neurochirurga, era una pallavolista, aveva tanti progetti…». In lacrime si rivolge al presidente della Repubblica: «Vogliamo - dice la donna - che Sergio Mattarella si metta una mano sul cuore e guardi il caso di mia figlia, bambina perfetta, promessa italiana della pallavolo. (Necrologie)
Ne sono convinte la madre e la sorella di Larimar Annaloro, la 15enne che è stata trovata impiccata nell’abitazione di Piazza Armerina, nell’Ennese, il 6 novembre dopo essere uscita prima da scuola a causa, secondo testimoni, di una lite con alcuni compagni. (QUOTIDIANO NAZIONALE)