Primo arresto italiano nell’inchiesta Huawei: in manette la collaboratrice di Martusciello
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Lucia Simeone, collaboratrice dell’eurodeputato di Forza Italia Fulvio Martusciello, è stata arrestata ieri nel Casertano su mandato delle autorità giudiziarie belghe. La donna, raggiunta da un ordine di cattura europeo, è accusata di associazione a delinquere, riciclaggio e corruzione, reati che la legano all’inchiesta internazionale sui lobbisti del colosso cinese delle telecomunicazioni Huawei. L’arresto, eseguito dalla polizia di Stato, rappresenta il primo caso italiano in un’indagine che ha già portato alla luce un presunto sistema di corruzione volto a favorire gli interessi cinesi in Europa.
L’inchiesta, coordinata dalla Procura federale belga, ha sinora portato all’arresto di quattro lobbisti legati a Huawei, sospettati di aver corrotto una quindicina di ex e attuali eurodeputati. Simeone, che lavora come assistente del capodelegazione di Forza Italia a Bruxelles, è stata rintracciata nella sua abitazione e trasferita nel carcere di Secondigliano, dove sarà interrogata nelle prossime ore. Il suo legale ha dichiarato che la donna “si è limitata a eseguire ordini”, senza aggiungere ulteriori dettagli sulla sua posizione.
Fulvio Martusciello, figura di spicco del partito guidato da Antonio Tajani, non è al momento coinvolto direttamente nell’indagine, ma l’arresto della sua collaboratrice getta inevitabilmente un’ombra sulla sua delegazione. L’europarlamentare, che non ha ancora rilasciato dichiarazioni pubbliche, si trova ora sotto i riflettori di un’inchiesta che sta scuotendo le istituzioni europee, mettendo in luce presunti legami tra lobbisti e rappresentanti politici.
Le accuse rivolte a Simeone sono gravi e articolate. Oltre alla corruzione, si parla di un’associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro, reato che suggerisce l’esistenza di una rete organizzata. Le autorità belghe, che hanno emesso il mandato di arresto, stanno indagando su un sistema di pressioni e favori illeciti che avrebbe coinvolto diversi parlamentari europei, con l’obiettivo di influenzare decisioni politiche a vantaggio di Huawei.