IL VIDEO. Germania, protestano i dipendenti Volkswagen contro tagli e chiusure
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Roma, 2 dic. Centinaia di dipendenti Volkswagen hanno manifestato davanti allo stabilimento del colosso automobilistico di Hannover, così come a Wolfsburg e in altre città della Germania. I lavoratori hanno organizzato uno sciopero nazionale dopo la minaccia dell'azienda di effettuare licenziamenti di massa e di chiudere le fabbriche a causa della crisi del settore auto, che sta colpendo anche diversi altri paesi d'Europa, a fronte della concorrenza cinese e della difficoltosa transizione verso il mercato dell'elettrico. (il Dolomiti)
La notizia riportata su altri giornali
I lavoratori della casa automobilistica Volkswagen sono entrati lunedì in uno sciopero a oltranza in nove stabilimenti presenti sul suolo tedesco. Più di diecimila dipendenti hanno interrotto il lavoro aderendo agli s… (L'HuffPost)
La chiusura delle fabbriche, che comporterebbero il taglio di migliaia di posti di lavoro, è un enorme problema per i lavoratori tedeschi, che si aggiunge all’assenza di un accordo sui contratti collettivi. (EuNews)
Concluso il periodo di "garanzia", le prime mobilitazioni in Germania da parte dei lavoratori Volkswagen erano largamente attese. Così, 2 dicembre e sciopero di avvertimento, con 9 delle 10 fabbriche Volkswagen in Germania ad aderire alla protesta e astenerso dal lavoro per alcune ore. (Auto.it)
L’azienda automobilistica ha chiesto un taglio salariale del 10%, minacciando anche la chiusura degli stabilimenti nel Paese per la prima volta nei suoi 87 anni di vita. (L'INDIPENDENTE)
Volkswagen in sciopero ad oltranza. Tutti i dipendenti del principale produttore automobilistico europeo sono stati infatti chiamati a sospendere il lavoro ad oltranza a partire da oggi per opporsi alle migliaia di tagli di posti previsti dal gruppo. (La Stampa)
Le case automobilistiche hanno investito nella produzione di veicoli elettrici in vista del divieto di vendita di nuove auto con motore a combustione previsto dall'UE entro il 2035. Ma ora sono alle prese con il calo della domanda (AGI - Agenzia Italia)