Ucraina blocca esportazioni grano, avena per rischio ‘crisi umanitaria’. Allarme pasta e pane suona più forte
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Le nuove regole proibiscono le esportazioni di miglio, di grano saraceno, zucchero, bestiame e carne e altri cosiddetti prodotti secondari che derivano dal bestiame.
L'Ucraina rischia infatti una crisi umanitaria a causa dell'intensificarsi della guerra iniziata lo scorso 24 febbraio, con l'invasione da parte della Russia di Vladimir Putin.
Così come ha scritto il ministro dell'Agricoltura ucraino Roman Leshchenko, il blocco delle esportazioni è necessario per prevenire una "crisi umanitaria in Ucraina", stabilizzare il mercato e "soddisfare le necessità della popolazione". (Finanzaonline.com)
Se ne è parlato anche su altre testate
“E’ stata notificata a Bruxelles una decisione che compromette il mercato unico – spiega Roberto Moncalvo, delegato confederale di Coldiretti Cuneo – e mina le fondamenta stesse dell’Unione Europea. Serve un opportuno intervento della Commissione europea per fermare un comportamento assurdo ed assicurare il regolare funzionamento del mercato unico”. (TargatoCn.it)
Per gli allevamenti pugliesi la guerra in Ucraina sta significando "la peggior crisi alimentare per gli animali dalla fine del secondo conflitto mondiale". Prima che scoppiasse la guerra in Ucraina, la situazione era già difficilissima, adesso sta raggiungendo un punto di non ritorno. (BariToday)
Una filiera particolarmente significativa anche per il Sannio con in testa, proprio, la Liverini Spa, realtà imprenditoriale operativa a Telese Terme da 53 anni e. «Misure urgenti per gestire la carenza di materie prime». (ilmattino.it)
Già ad oggi la Russia controlla circa il 29% delle esportazioni mondiali di grano tenero per la panificazione, il 19% del commercio del mais destinato all’alimentazione degli animali negli allevamenti. (La Nuova Provincia - Asti)
La guerra in Ucraina taglia fino al 10% le razioni di cibo a mucche, maiali e polli negli allevamenti italiani che si trovano a fronteggiare la peggiore crisi alimentare per gli animali dalla fine del secondo conflitto mondiale a causa dell'esplosione dei costi dei mangimi e del blocco alle esportazioni di mais dall'Ucraina ed anche dall'Ungheria, con una decisione unilaterale di Budapest che compromette il mercato unico europeo e mina le fondamenta stesse dell'Unione Europea. (ilmamilio.it - L'informazione dei Castelli romani)
«Il settore - rimarca Andrea Lugo, presidente dell’Associazione allevatori Fvg - era già in forte difficoltà a causa dell’incremento dei prezzi delle materie prime e dell’energia. Scelte urgenti che rendano l’Italia e l’Europa autosufficienti dal punto di vista dell’approvvigionamento delle materie prime e di conseguenza del cibo» (ilgazzettino.it)