A Torino un corteo in difesa del Rojava, il nord-est della Siria
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Un corteo costellato di bandiere curde ha sfilato nel pomeriggio in centro a Torino in difesa del Rojava, il Kurdistan occidentale, una regione de facto autonoma della Siria, l'amministrazione autonoma della Siria del nord est, "che da dieci anni sta consolidando un sistema di convivenza tra popoli secondo il modello del confederalismo democratico" hanno detto i manifestanti, minacciato dagli oppositori di Assad filo al Qaeda e dall'esercito turco. (Tiscali Notizie)
La notizia riportata su altri giornali
Mentre le foto satellitari sembrano mostrare la smobilitazione delle forze russe dalle basi militari in Siria e le milizie che hanno cacciato Bashar al Assad mostrano al mondo, oltre alle prigioni delle torture, anche le fabbriche della droga di regime che costituiva larga parte del bilancio dello Stato, il leader degli ex ribelli Hayat Tahrir al-Sham (Hts) – ora padroni del Paese – chiariva una volta di più quale futuro immagina per la Siria. (Open)
E se fosse proprio in questo nome, che si trova assolutamente a stento nelle cronache che in questi giorni sono impegnate a fornire le più diverse letture degli scenari del Medio Oriente, che occorre cercare una delle chiavi di lettura più di fondo di quanto sta succedendo? (Volere la luna)
Dopo che i ribelli jihadisti filo-turchi hanno fatto cadere il regime di Bashar al Assad in Siria, i curdi siriani che vivono nel Nord-Est del Paese si trovano in una posizione difficile. Non sono mai stati così isolati e indeboliti. (Sky Tg24 )
Qamishli, 12 dic. (il Dolomiti)
La crisi siriana si presenta con molte incognite per il futuro, soprattutto per la frammentazione della società siriana in etnie, confessioni e gruppi di ogni genere, che in realtà nel corso dei secoli hanno imparato a convivere in un equilibrio complesso ma funzionale. (Notizie Geopolitiche)
Da un lato ci sono le accuse dell’Iran, guidato da Ali Khamenei, il vero sconfitto del conflitto in quanto sostenitore di Assad, che punta il dito contro gli Stati Uniti e Israele, accusandoli di aver orchestrato “un piano congiunto per rovesciare” il dittatore e infliggere un duro colpo “all’asse della resistenza” – secondo lui senza successo – sostenuto dal regime di Teheran. (LA NOTIZIA)