Raccontare è una scelta di resistenza

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QUOTIDIANO NAZIONALE INTERNO

Non c’è oppressione senza silenzio, non c’è libertà senza parola. Per questo il giornalismo è sempre, da sempre, un atto di resistenza, ben prima e ben più che una semplice professione. Lo teorizzava, con parole appassionate, Willy Brandt, l’uomo che, perseguitato dal nazismo, costretto per anni all’esilio e all’oblio, tanto fece nel secolo scorso per unificare la sua Germania divisa dalla guerra e dai tragici effetti che ne seguirono. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Ne parlano anche altri media

Un altro giorno di silenzio a Teheran sul caso di Cecilia Sala. Una voce che trapela da Washington, col Dipartimento di Stato citato da Repubblica nella sua richiesta di "rilascio immediato e incondizionato" di Cecilia Sala e nell'… (L'HuffPost)

Da Evin sono passati tutti, prima gli oppositori della monarchia, poi quelli della repubblica islamica, a volte in drammatici scambi di ruolo tra detenuti e carcerieri. (il manifesto)

Semilibertà di stampa

La prima visita in carcere per Cecilia Sala, detenuta in Iran dal 19 dicembre, è stata autorizzata dopo 8 giorni di isolamento. (Fanpage.it)

L’inaudito arresto di Cecilia Sala a Teheran – non per i suoi scritti, ma come ostaggio da scambiare con un imprenditore iraniano catturato in Italia su ordine Usa per fumosissime accuse – ha finalmente messo d’accordo l’intera stampa: non si arrestano i giornalisti. (Il Fatto Quotidiano)