VIDEO | Celeste Dalla Porta, Silvio Orlando e l’esperienza di Parthenope

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ROMA – Napoli, il cinema, l’epica, i rimpianti ma anche un debutto da far tremare i polsi: questa volta il nostro Dario Cangemi ha incontrato l’esordiente Celeste Dalla Porta e un veterano come Silvio Orlando per parlare di Parthenope di Paolo Sorrentino che, dopo il concorso a Cannes lo scorso maggio e le anteprime di poche settimane fa, arriverà al cinema dal 24 ottobre con Piper Film. OPINIONI | Parthenope, la recensione HOT CORN TV | Ferrari, Ranieri e Sorrentino raccontano il film VIDEO | Qui per l’intervista integrale: (The Hot Corn Italy)

La notizia riportata su altre testate

Leggi tutta la notizia (Virgilio)

(Adnkronos) – Il tempo che passa, il concetto di bellezza oggi e il divismo. Ne hanno parlato all’Adnkronos le attrici Luisa Ranieri e Isabella Ferrari che nel nuovo film di Paolo Sorrentino, ‘Parthenope’ (dal 24 ottobre nelle sale con PiperFilm), interpretano due dive – Greta Cool e Flora Malva – aggrappate al loro passato e a quella fama che non c’è più. (OglioPoNews)

Un film che si sviluppa tra mito e contemporaneità e che esplora la complessità del mondo attraverso una prospettiva femminile. Dopo il debutto al Festival di Cannes, dove ha concorso per la Palma d’Oro, l'ultimo film di Paolo Sorrentino, Parthenope, è pronto a sbarcare nelle sale italiane. (La Gazzetta dello Sport)

Il tempo di Sorrentino

A cura di Redazione Cultura Una delle domande poste più di frequente al regista napoletano Paolo Sorrentino riguarda il suo rapporto con Napoli, la città in cui è nato e vissuto fino alla giovinezza, per poi trasferirsi a Roma. (Fanpage.it)

Parthenope è Jep Gambardella in bikini. E lo fa stampandoci in faccia centinaia di particolari, primi piani, mezzi busti maliziosi, erotico patinati, talvolta perfino brassiani, di Celeste Dalla Porta. (Il Fatto Quotidiano)

Così Guè ha definito ‘Parthenope’ quando l’ha presentato con il regista (tutto vero). Ed è una recensione esattissima, perché dentro questa storia c’è sia il tempo della protagonista, una ragazza poi donna che attraversa la vita, sia quello del suo autore, che dopo ‘È stata la mano di Dio’ continua a chiudere i cerchi su sé stesso e a perseguire «un’idea di stupore e di futuro». (Rolling Stone Italia)

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