Gasp, lezione da maestro. È una Dea esagerata

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SPORT

L’Atalanta ha scritto un’altra pagina di storia, questa volta all’Allianz Stadium, dove ha umiliato la Juventus con un perentorio 4-0. Una vittoria che non solo consolida il terzo posto in classifica, ma rilancia i sogni di scudetto dei bergamaschi, ora a soli tre punti dall’Inter e a due dal Napoli. Quella di ieri è stata una serata da incorniciare per la Dea, che da settembre ha collezionato nove vittorie e tre pareggi in trasferta, confermandosi una delle squadre più temibili lontano dal Gewiss Stadium. Al contrario, per la Juventus è stata una notte da dimenticare, con i tifosi che hanno sommerso di fischi i propri beniamini al fischio finale.

La partita, fin dalle prime battute, ha messo in luce le differenze tra le due squadre. L’Atalanta, guidata da un Gian Piero Gasperini in stato di grazia, ha mostrato un gioco organizzato, intenso e ricco di qualità, mentre la Juventus è apparsa smarrita, priva di idee e di reattività. Lookman, autore di una prestazione stratosferica, è stato il simbolo di una squadra che non si accontenta di competere, ma vuole dominare.

La sconfitta, la peggiore della Juventus nell’era dell’Allianz Stadium, ha riacceso i riflettori sulle scelte di Thiago Motta, il cui approccio tattico è stato ampiamente superato da quello del più esperto Gasperini. Se il tecnico dell’Atalanta ha dato una lezione di calcio, quello della Juventus è apparso incapace di reagire, lasciando la squadra in balia di un avversario superiore sotto ogni aspetto.

Con questa vittoria, l’Atalanta si è inserita di diritto nella lotta per lo scudetto, trasformando quello che sembrava un duello tra Inter e Napoli in un’affascinante triangolare. A dieci giornate dal termine, i nerazzurri hanno dimostrato di avere tutto ciò che serve per competere fino all’ultimo: organizzazione, fisicità e una punta di classe in più.

Intanto, per la Juventus si apre un periodo di riflessione. La squadra, ora a sei punti dall’Atalanta, rischia di uscire definitivamente dalla corsa per i primi tre posti, con conseguenze non solo sportive ma anche economiche. Le responsabilità di Motta, già sotto pressione, sono emerse con chiarezza, mentre la dirigenza dovrà valutare come ripartire dopo una delle peggiori prestazioni degli ultimi anni.