Iraq, 20 anni dopo. L'orrore che svela le responsabilità occidentali nel nuovo disordine globale

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Antimafia Duemila ESTERI

Il 20 marzo 2003 Washington invase Baghdad per abbattere Saddam Hussein sulla base di prove inesistenti circa la presenza di armi di distruzione di massa Con la giornata di ieri sono passati 20 anni dall’invasione NATO dell’Iraq e già si percepiscono malumori nelle coscienze prone ed allineate alla visione salvifica della condotta occidentale: destinata alla missione di “democraticizzare” il resto del mondo, ovvero quella schiera di nazioni composta da 6 miliardi di persone che evidentemente ancora non si identifica con la nostra civiltà “enormemente più evoluta”. (Antimafia Duemila)

Su altri giornali

Mancavano poche ore a mezzanotte del 20 marzo 2003, quando le televisioni statunitensi interruppero improvvisamente le trasmissioni per mandare in onda il discorso del presidente George W. Bush che annunciava l’avvio delle operazioni contro l’Iraq di Saddam Hussein (L'INDIPENDENTE)

Vent’anni fa, le truppe di terra statunitensi e alleate invasero l’Iraq. La campagna di bombardamenti «shock and awe» era iniziata il giorno prima. Quello che è successo il 20 marzo 2003 non è stato un «errore». (Jacobin Italia)

Sono stati celebrati lunedì i vent’anni dall’inizio dell’invasione americana dell’Iraq. Per l’occasione il viadanese Paolo Bergamaschi, per tanti anni impegnati al Parlamento Europeo, ha prodotto un video che unisce un suo brano, montato assieme ad alcune immagini del fotografo di Casalmaggiore Tiziano Schiroli. (OglioPoNews)

L'esperienza non ha spinto gli Stati Uniti a cambiare il loro impegno militare, e nemmeno la strategia in Afghanistan. Quello che è cambiato nel dibattito è stato il tema di come uscire da questi interventi, secondo il filosofo di Princeton Il filosofo Michael Walzer (la Repubblica)

La maggior parte dei giovani è disoccupata, miliardi di entrate derivanti dal prezzo record del petrolio vengono esportati da élite corrotte, le milizie dominano ancora alcune parti del Paese e la formazione di un governo stabile è sempre un'impresa ardua. (Euronews Italiano)

Di Pasquale Pugliese (Il Fatto Quotidiano)