Virgilio, caso occupazione. La preside divide i genitori
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Genitori dentro il cortile occupato, a sostegno dei loro figli; preside e professori in piazza a manifestare. L’occupazione al liceo Virgilio di Roma ribalta i ruoli, rompe le regole, spacca in due la comunità scolastica della scuola. Ad accendere gli animi la decisione della dirigente scolastica Isabella Palagi di organizzare una protesta silenziosa, ieri mattina, in piazza Santi Apostoli. Un invito rivolto a tutti i contrari all’occupazione della scuola, scattata cinque giorni fa e definita dalla dirigente «un atto escludente, che non favorisce il dialogo». (ilmessaggero.it)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Un sit-in per protestare contro le occupazioni. Genitori, professori e studenti del liceo romano Virgilio si sono dati appuntamento a piazza Santi Apostoli per chiedere di tornare alla normalità scolastica. (il Giornale)
Per un liceo che occupa, ce n'è uno in cui gli studenti si ritirano. (Corriere Roma)
E la protesta si allarga anche al Montessori e al Rossellina. La scuola occupata, invece, è piena. (Fanpage.it)
Volti coperti addirittura dai passamontagna, neanche fosse una tentata rapina, o nascosti da cappucci e sciarpe. «Cristina dammi le chiavi», ha tuonato prima ancora delle otto del mattino uno dei “violenti” (difficile trovare un altro modo per descriverli), l’unico a volto scoperto che si presume sia il “leader” del gruppo ma estraneo al liceo Maria Montessori di via Livenza, un chilometro appena di distanza dai noti Righi e Tasso. (ilmessaggero.it)
“Trovo difficoltà a comprendere le ragioni che hanno visto manifestare a piazza Santi Apostoli poche decine tra docenti, personale Ata, genitori e studentesse del liceo Virgilio di Roma, che hanno accolto l’invito della propria dirigente scolastica a protestare pacificamente contro l’occupazione in corso presso l’istituto di via Giulia. (Orizzonte Scuola)
E chi sostiene i circa 350 studenti che nella notte tra giovedì e venerdì sono entrati nel palazzo di via Giulia per disegnare il profilo della scuola che vorrebbero. C’è chi la condanna, ne prende le distanze e chiede la cessazione immediata. (Corriere della Sera)