La “fuga” di Assad
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Bashar al Assad, il dittatore appena deposto in Siria, e accolto solertemente dal suo amico Vladimir Putin a Mosca dove ha ricevuto asilo politico “per ragioni umanitarie”, non avrà il problema di cercarsi un tetto nella capitale russa. Aveva provveduto per tempo. Durante gli anni nei quali reprimeva siriani pacifici, bombardava ospedali, usava gas contro i civili (nella Ghouta), Assad ha trovat… (La Stampa)
Su altri giornali
Una consapevolezza, questa, maturata nei giorni precedenti la conquista di Damasco da parte dei ribelli. Bashar al-Assad, d’altro canto, sapeva che non sarebbe giunto alcun aiuto esterno. (Corriere del Ticino)
Lo riporta l’agenzia Reuters, citando quattordici persone a conoscenza dei fatti.Poche ore prima della sua partenza per Mosca, il presidente ha addirittura assicurato, durante un incontro con una trentina di dirigenti dell’esercito e dei servizi di sicurezza, che gli aiuti militari russi erano imminenti e li ha esortati a resistere, ha riferito l’agenzia citando uno degli agenti presenti che ha richiesto l’anonimato. (Agenzia askanews)
Immaginate una scena da film: montagne di banconote impacchettate su aerei, pronte a sfuggire alla morsa del disastro. Questa non è una finzione, ma la realtà dell’ex presidente siriano Bashar al-Assad, che tra il 2018 e il 2019 ha segretamente trasferito circa 250 milioni di dollari dalla Banca centrale di Damasco a Mosca (FIRSTonline)
Nessuna loro foto o video. Bashar al-Assad è da cinque giorni in Russia, probabilmente a Mosca, ma non ci sono tracce del presidente siriano deposto né della sua famiglia. (Adnkronos)
L'ormai ex presidente siriano non è l'unica personalità di spicco che ha trovato rifugio all'ombra del Cremlino dopo la fuga dal proprio Paese. (Sky Tg24 )
Di assodato, c'è ora che Bashar al-Assad ha trovato asilo in Russia, anche se ufficialmente non si sa dove. Tutti gli altri gerarchi del suo regime – dai comandanti dell'esercito ai vari dirigenti dell'intelligence e ai capi delle milizie filo-Assad dei Shabbiha – sono in luoghi presunti, ancora da verificare. (Avvenire)