Francia, corsa al premier. Macron: "Ancora 48 ore". Furia Le Pen-Melenchon
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Un incontro non conclusivo ma si sono fatti dei passi avanti. Così il segretario del Partito socialista francese Olivier Faure, al termine del vertice di ieri all'Eliseo con il presidente Emmanuel Macron dopo la caduta del governo Barnier. Secondo quanto riporta Le Monde, Faure ha affermato che la sinistra ha proposto «uno scambio di buone pratiche: che il futuro governo rinunci all'articolo 49.3 (che consente di porre la fiducia su un provvedimento senza esaminare il testo in Parlamento) mentre i partiti si impegnerebbero a non presentare mozioni di sfiducia. (il Giornale)
Su altri giornali
La crisi francese, dopo l’approvazione della mozione di censura da parte di una maggioranza non omogenea della rappresentanza parlamentare (quindi non decisa a sostituire il Governo con un altro espressione di una diversa maggioranza), pone una serie di problemi tutti siti sulla linea di confine tra politica e diritto pubblico. (L'Opinione)
Ma l’inquilino dell’Eliseo resta in un cul de sac. La grande ammucchiata, che lui chiama governo provvisorio (di salvezza nazionale) con tutti dentro – fuori le ali estreme la sinistra di Mélenchon e la destra di Marine Le Pen, non lo porterà lontano. (Secolo d'Italia)
Nonostante la caduta del governo, giovedì 12 dicembre sarà presentata la legge speciale per dotare la Francia di una manovra finanziaria per il 2025 (Milano Finanza)
Macron ha radunato i leader dei principali partiti politici del Paese nel suo ufficio nel tentativo di definire le condizioni per un nuovo governo che possa evitare di perdere, nel caso di un voto di sfiducia, in Parlamento (Italia Oggi)
Nel corso della riunione all’Eliseo tra i partiti che potrebbero garantire un sostegno repubblicano – una partecipazione diretta o un impegno a non votare la censure , la sfiducia – il presidente francese ha voluto scandire il ritmo di una discussione che avrebbe potuto richiedere tempi lunghissimi. (Il Sole 24 ORE)
Negli auspici di Emmanuel Macron, questo futuro governo «non di coalizione» ma almeno di tregua, dovrebbe durare fino al 2027, perché ieri il presidente ha espresso l’intenzione di «non voler più sciogliere il parlamento fino alla fine del suo mandato, nel 2027». (ilmessaggero.it)