Meta si prepara al ritorno di Trump eliminando il programma di fact checking negli Usa: «Saranno gli utenti a segnalare i contenuti falsi»

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
Open ECONOMIA

La decisione per il momento riguarda solo gli Stati Uniti. Il ceo di Meta attacca l'Unione europea: «Bruxelles ha istituzionalizzato la censura» Niente più fact-checker, saranno gli utenti a segnalare i contenuti che diffondono disinformazione. Ad annunciare la novità è Mark Zuckerberg, fondatore e ceo del colosso dei social media Meta, che taglierà significativamente le sue politiche di moderazione dei contenuti e metterà fine al programma di fact-checking di terze parti negli Stati Uniti. (Open)

Su altre fonti

In un post pubblicato sul blog aziendale per annunciare la novità, il nuovo responsabile degli affari globali di Meta Joel Kaplan ha dichiarato che la decisione – che inizialmente interesserà solo gli Stati Uniti – è stata presa per consentire di discutere apertamente un maggior numero di argomenti sulle piattaforme della società. (WIRED Italia)

"Torneremo alle nostre radici e ci concentreremo sulla riduzione degli errori, sulla semplificazione delle nostre politiche e sul ripristino della libera espressione sulle nostre piattaforme. Innanzitutto, ci libereremo dei fact checker e li sostituiremo con note della comunità simili a X. (ilmessaggero.it)

Meta interrompe ufficialmente il programma di fact checking per la moderazione di contenuti pubblicati su Facebook, Instagram e Threads. (WIRED Italia)

Stop al fact-checking su Facebook e Instagram: qualcuno consoli Enrico Mentana

In un video è stato lo stesso fondatore Mark Zuckerberg ad annunciare che le presidenziali USA hanno segnato una “svolta culturale”: “Torneremo alle nostre radici, ridurremo gli errori, semplificheremo i regolamenti e ripristineremo la libertà di espressione sulle nostre piattaforme”. (rsi.ch)

Sarà anche vero, è senz'altro vero che l'ineffabile mr Zuckerberg si è riconvertito al nuovo vento americano, ma stante la regola aurea del capitalismo, “se gli affari non crescono, diminuiscono”, la storia va raccontata per quella che è: i leggendari fact checker con compito di scovare le bufale, che invece fabbricavano, non servivano più, erano imbarazzanti, controproducenti e il capo di Meta, questa fabbrica di censure su scala globale, se n'è sbarazzato come di una cattiva abitudine affidando a un suo portaborse, Joel Kaplan, il lavoro sporco con cui far fuori quelli che facevano il lavoro sporco. (Il Giornale d'Italia)

Elon Musk e la nuova amministrazione Trump, non gongolano: di più! Con loro, anche noi tutti amanti della libertà. Con la fine della "dittatura del politicamente corretto" dell'era Dem di Biden e la sua cricca, anche Zuckenberg ritrova la voglia e la forza di abbracciare la libertà di pensiero ed espressione, seguendo l'esempio di un X (ex Twitter) che sta sbaragliando la concorrenza. (Il Giornale d'Italia)