Venezia, salta dopo 31 anni la prima della Fenice: sciopero compatto di orchestra, coro, tecnici e amministrativi
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Il sipario del Teatro La Fenice di Venezia rimarrà abbassato il 20 novembre per la prima dell’Otello di Giuseppe Verdi. Dopo mesi di botta e risposta, tentativi di dialogo e spiragli di pace, i lavoratori e la direzione sono ai ferri corti. E così, dopo lo sciopero per la prima di Turandot e per la prima del dittico La fabbrica illuminata – Erwartung, anche l’opera diretta dal Maestro Myung-Whun Chung con il tenore Francesco Meli all'esordio nel ruolo di Otello, non andrà in scena il giorno previsto. (Corriere della Sera)
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«È un momento molto brutto per la vita della Fenice, determinato dall’estrema leggerezza con cui le Rsu, i sindacati e con loro l’assemblea dei dipendenti hanno proclamato lo sciopero per tre “prime” consecutive del teatro, facendo ora saltare anche l’inaugurazione della stagione lirica con l’Otello di Verdi». (La Nuova Venezia)
Non andrà in scena “Otello” di Giuseppe Verdi, curato da Fabio Ceresa e con direzione del maestro coreano Myung-Whun Chung. Uno sciopero del personale fa saltare la “prima” del Gran Teatro La Fenice a Venezia, in programma il 20 novembre. (Il Fatto Quotidiano)
Salta la Prima della nuova stagione lirica 2024/25 del Teatro La Fenice di Venezia: lo sciopero proclamato dalle principali sigle sindacali delle maestranze impedirà domani, alle ore 19, di alzare il sipario sul nuovo allestimento di Otello di Giuseppe Verdi, con la direzione del maestro Myung-Whun Chung, la regia di Fabio Ceresa e il debutto nel ruolo principale del protagonista del tenore Francesco Meli (QUOTIDIANO NAZIONALE)
La Fondazione Teatro La Fenice di Venezia ha annunciato la cancellazione della prima dell’Otello di Verdi, prevista per mercoledì 20 novembre, a causa dello sciopero proclamato dalle principali sigle sindacali. (tviweb)
Al centro della vertenza, la richiesta di permessi retribuiti da parte dei professori d’orchestra anche quando vanno a suonare per conto proprio in giorni in cui non sono impegnati in teatro, nel quadro di relazioni industriali «pressoché inesistenti», dicono i rappresentanti sindacali, «imputabili alla conduzione di una discutibile gestione delle stesse da parte della Direzione». (La Nuova Venezia)