I dazi di Trump potrebbero costare all’Italia 7 miliardi l’anno, moda e meccanica a rischio
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Il nuovo protezionismo di Donald Trump potrebbe gravare sull'Italia con un costo aggiuntivo annuo compreso tra 4 e 7 miliardi di dollari. A stimare questa cifra, che rappresenta almeno il doppio rispetto ai 2 miliardi di dazi sostenuti nel 2023, è un'analisi di Prometeia intitolata "L’impatto sull’Italia della proposta di Trump sui dazi Usa". La proposta di Trump Durante i comizi elettorali, Donald Trump ha promesso l'introduzione di un dazio del 10% su tutte le importazioni negli Stati Uniti e del 60% sulle merci provenienti dalla Cina, con l'obiettivo di proteggere le industrie locali e ridurre le imposte sul reddito, compensando la perdita di entrate fiscali con quelle generate dai dazi. (QuiFinanza)
La notizia riportata su altri media
Spingendo la Fed ad alzare i tassi di interesse, con possibile effetto a cascata anche sui mutui italiani. Con la riduzione dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea (ma anche della Federal Reserve negli Usa) stanno progressivamente migliorando le condizioni di finanziamento per i prestiti a famiglie e imprese. (ilmessaggero.it)
Potrebbero essere gli effetti dell'elezione di Trump a quarantasettesimo Presidente degli Stati Uniti d'America. Smartphone più cari del 26%, i computer del 50%, le console del 40%. (Corriere della Sera)
America first. Prima l’America, poi tutti gli altri. (La Repubblica)
"Saranno "dazi amari" per l'Italia e l'Ue. Trump lavorerà per costruire un'internazionale sovranista volta a demolire l'Europa e i diritti sociali, civili e ambientali". Così il deputato di Avs e portavoce nazionale di Europa Verde, Angelo Bonelli. (il Giornale)
Cosa farà Trump all’economia mondiale? Domina l’incertezza tra i leader e i governi alla notizia del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. La sorvegliata speciale è la Cina con cui Trump non ha mai nascosto di avere un conto aperto. (Il Sole 24 ORE)
L’Europa sarà colpita dai dazi annunciati da Trump? La preoccupazione c’è, tanto che nei giorni scorsi il commissario europeo designato per il Commercio internazionale e la Sicurezza economica Maros Sefcovic si è detto «pronto a difendere i nostri interessi in caso di uno scenario dirompente», mentre ieri, alla presentazione del “Rapporto Analisi dei settori industriali ottobre 2024” di Intesa Sanpaolo e Prometeia, Gregorio De Felice, chief economist e responsabile Intesa Sanpaolo Research Department, si è detto certo che Italia e Germania saranno i due paesi più colpiti, ricordando che l’area dell’euro ha un avanzo commerciale con gli Stati Uniti pari a 160 miliardi di dollari e che la fetta più importante è appunto dell’Italia e della Germania. (Il Cittadino)