Elezioni in Romania e la fine della democrazia occidentale
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Cari amici lettori, la notizia della settimana sembra essere la caduta del regime siriano di Assad per l’invasione di un gruppo di “al Qaida” che, stranamente, non ha trovato resistenza. Dietro gli invasori sunniti c’è di certo la Turchia, ma strano è il commento di Biden, lieto e desideroso di processare (?) Assad. Del resto è certo che dietro le primavere arabe del 2011 ci fossero gli Usa. Io non credo che la caduta di Assad sia un fatto positivo, come non lo fu quella di Gheddafi (ROMA on line)
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Il voto però non veniva annullato (il Giornale)
Due sono gli importanti elementi, tra loro distinti, che spiccano nella crisi romena. La democrazia è un meccanismo delicato, da proteggere con determinazione, ma anche da maneggiare con cura. (Avvenire)
A quanto si apprende la Corte ha deciso l'annullamento "dell'intero processo elettorale per l'elezione del Presidente della Romania per garantire la correttezza e la legalità del processo elettorale". (EuropaToday)
BUCAREST – Sotto le ceneri di una Romania tramortita dall’inedito stop in extremis delle presidenziali, cova la brace degli estremisti di destra arruolati da Mosca per demolire il sostegno all’Ucraina di un Paese cruciale per Nato e Ue. (la Repubblica)
A seguito della pubblicazione di alcuni documenti segreti dell’intelligence, che mettevano in luce finanziamenti illeciti e la presenza di un “attore statale straniero”, la Corte costituzionale ha deciso di cancellare le elezioni e ripeterle da capo. (QUOTIDIANO NAZIONALE)