Commissione Ue, i dem Tarquinio e Strada: “Ecco perché abbiamo detto no al von der Leyen bis“
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Dopo il voto dell’Europarlamento che con una maggioranza striminzita ha dato il via libera alla nuova Commissione Ue guidata da Ursula von der Leyen, i ‘disobbedienti’ del Pd che non hanno votato la presidente e nemmeno il suo vice Raffaele Fitto spiegano le ragioni della loro decisione. Ecco le dichiarazioni di Marco Tarquinio e Cecilia Strada (LA NOTIZIA)
Su altri media
Quattro temi da affrontare sui giornali di oggi. Il primo: "Il via libera zoppicante e fatisco di Ursula Von der Leyen e della seconda Commissione Ue", spiega Daniele Capezzone nella sua rubrica "Occhio al caffè", la rassegna stampa politicamente scorrettissima di oggi. (Liberoquotidiano.it)
Mettetevi nei panni di un elettore dei due partiti maggiori che alle Europee di giugno ha votato FdI contro il Pd o Pd contro FdI. E ora se li ritrova a braccetto ad approvare, con i loro voti decisivi, la Commissione Von der Leyen-2. (Il Fatto Quotidiano)
La presidente Ursula von der Leyen, nella conferenza stampa con la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola dopo il voto, era visibilmente contrariata. La nuova Commissione europea ha passato l’esame dell’aula di Strasburgo con 370 voti a favore, 282 contro e 36 astenuti su 688 votanti. (Corriere della Sera)
Ma ieri è accaduto. La Lega ha bocciato la Commissione von der Leyen nonostante il vicepresidente sia Raffaele Fitto. (Corriere della Sera)
Riconferma amara per Ursula von der Leyen che fa il bis alla guida della Commissione europea con una maggioranza decisamente risicata: i sì, espressi in forma palese, sono stati 370 (appena 9 sopra la soglia della maggioranza degli aventi diritto), i contrari 282, le astensioni 36 per passare oggi bastava la maggioranza semplice dei votanti ma von der Leyen ha raccolto ben 31 voti in meno dei 401 incassati a luglio, quando il Parlamento, a scrutinio segreto, le aveva affidato il mandato. (Teleborsa)
Quando il 18 luglio, lo stesso Parlamento europeo riunito a Strasburgo aveva formalmente «eletto» Ursula, scelta secondo i Trattati Ue dal Consiglio europeo a fine giugno, i consensi erano 401. In termini numerici, la maggioranza basta e avanza, ma non si tratta di un trionfo. (il manifesto)