Migranti, la sinistra isterica prende un abbaglio. FdI: "La Corte di Cassazione conferma le nostre posizioni"
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La sinistra prende un altro granchio e si avventa a corpo morto sulla sentenza in merito al nodo dei cosiddetti "Paesi sicuri", arrivata oggi dalla Corte di Cassazione. Rispondendo al rinvio pregiudiziale sollevato dal Tribunale di Roma il primo luglio 2024, la Corte ha chiarito che il giudice ordinario (Secolo d'Italia)
Ne parlano anche altre testate
La Cassazione indica la Luna, l’opposizione guarda il dito. Quindi, i magistrati non possono sostituirsi alle decisioni del ministero degli Esteri e alla lista dei «Paesi sicuri» decisa dal governo con legge primaria e contenuta nel decreto Flussi, ma devono fare una verifica, un’istruttoria adeguata, caso per caso. (il Giornale)
Abbiamo attuato delle misure che contrastano i trafficanti di essere umani e continueremo a perseguire il bene dell’Italia e di tutti gli italiani per rendere il paese più sicuro. Forse la smetteranno tutti i gufi della sinistra di fare il tifo contro l’Italia e gli italiani. (Civonline)
La sentenza ha acceso il dibattito tra destra e sinistra, che hanno entrambe reclamato di aver avuto ragione. La Corte di Cassazione ha stabilito che i giudici non possono "sostituirsi" al ministro degli Esteri quando si parla di quali Paesi siano sicuri. (Fanpage.it)
“Non sta alle toghe decidere se un Paese è sicuro”, ripete la … La peggiore porta la firma della I sezione civile della Cassazione e riguarda la querelle sui Paesi sicuri, al centro degli attacchi del governo alla magistratura. (Il Fatto Quotidiano)
Un’altra, l’ennesima, conferma: i giudici possono disapplicare le decisioni della politica sulla valutazione dei Paesi sicuri e stabilire se sia o meno giusto rimpatriare i migranti nel loro Stato d’origine. (LA NOTIZIA)
«È necessario il pragmatismo e noi daremo certamente il nostro contributo». Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, socialista, parla al suo arrivo al Consiglio europeo e si riferisce alla gestione della migrazione da parte dell’Unione. (Corriere della Sera)