Criminalizzare i carabinieri dopo la morte di Ramy è una deriva pericolosa
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Daniele Capezzone 10 gennaio 2025 Lo abbiamo scritto ieri e lo ribadiamo oggi, a scanso di qualsiasi equivoco: una democrazia occidentale non teme un doveroso accertamento della verità sull’operato delle sue forze di polizia. Di più: non teme nemmeno l’ipotesi che possano esserci stati errori o condotte antigiuridiche, o anche soltanto inopportune, decrescendo nella scala della gravità. È invece da considerare sbagliata – anzi: nefasta – la campagna di criminalizzazione preventiva che è in atto verso i carabinieri sotto accusa per l’ormai noto inseguimento a Milano, l’episodio che poi ha generato la morte del giovane Ramy. (Liberoquotidiano.it)
Su altri giornali
Appuntamento alle 19,30 a Porta Palazzo per un corteo per chiedere «giustizia». Dopo aver visto i video dell’incidente stradale del 24 novembre scorso in cui ha perso la vita il diciannovenne Ramy Elgami, i collettivi studenteschi torinesi scendono in piazza. (La Stampa)
Fares Bouzidi, 22 anni, alla guida, Ramy Elgaml, 19 anni, durante l'inseguimento (foto Carabinieri) Assurdo accusare i carabinieri di omicidio: chi scappa all'alt non è vittima (Today.it)