Mutui a picco: a pesare nel 2024 i tassi alti e il taglio delle agevolazioni ai giovani

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La Stampa ECONOMIA

MILANO. Banca d’Italia certifica la fase nera dei mutui fra fine 2023 e i primi mesi del 2024. Secondo la pubblicazione «Economie regionali» si sta confermando la difficile situazione del comparto in tutte le aree del paese (Nord, Sud e Centro) vista nel 2023 e prosegue nel semestre 2024 in attesa di nuove e più decise mosse da parte della Bce a settembre e in autunno che potrebbero ridare ossige… (La Stampa)

Ne parlano anche altri giornali

Frena la domanda di mutui da parte di famiglie e di finanziamenti delle imprese, nel secondo semestre del 2023, anche a causa dei criteri leggermente irrigiditi delle banche nella concessione di credito e della politica di tassi elevati praticata dalla BCE. (QuiFinanza)

Emerge dall'indagine Regional Bank Lending Survey, condotta dalle filiali regionali della Banca d'Italia su un campione di 244 banche e relativa al secondo semestre... (Milano Finanza)

I depositi bancari di imprese e famiglie siciliane fanno registrare un crollo verticale dopo un biennio di crescita. I numeri provengono dall’ultimo report sul credito prodotto da Assoesercenti Sicilia. (Quotidiano di Sicilia)

Banca d'Italia, nel II semestre 2023 in calo richiesta di finanziamenti da parte di imprese e famiglie

La contrazione del credito e l’incremento del rischio di default rappresentano un fattore di ulteriore criticità per le imprese italiane, in un contesto economico e geopolitico incerto. In calo il credito erogato alle imprese e alle ditte individuali (Creditnews.it)

“Secondo le indicazioni delle banche partecipanti alla rilevazione, per i mutui alle famiglie destinati all’acquisto di abitazioni erogati nel 2023 il rapporto tra l’ammontare del finanziamento e il valore dell’immobile posto a garanzia al momento della concessione (loan-to-value at origination, LTV-O) è sceso al di sotto del 70 per cento (oltre 2 punti percentuali in meno rispetto all’anno precedente). (GEA)

Sulla riduzione della domanda al Nord e nel Mezzogiorno hanno inciso, oltre che l'indebolimento della congiuntura e i più elevati tassi di interesse praticati dalle banche, il maggior ricorso all'autofinanziamento e le minori esigenze per la ristrutturazione delle posizioni debitorie pregresse. (LA STAMPA Finanza)