“Migranti, no al trattenimento”. Dai giudici stop al modello Albania

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la Repubblica INTERNO

ROMA — Sono bastati cinque giorni per smontare “il modello Albania”. Ieri mattina i giudici della sezione immigrazione del tribunale civile di Roma hanno negato la convalida dei fermi dei primi 12 migranti partiti lunedì da Lampedusa sulla nave Libra della Marina militare e sbarcati dopo due giorni di navigazione a Shengjiin. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha annunciato immediato rico… (la Repubblica)

La notizia riportata su altri media

Gli stati di provenienza dei richiedenti asilo non possono essere riconosciuti come ‘Paesi sicuri’, con la conseguenza dell’inapplicabilità della procedura di frontiera e del trasferimento al di fuori del territorio albanese delle persone migranti (Milano Finanza)

Perché da lunedì in Italia il clima politico sarà caldissimo. E soprattutto buon weekend: meglio rilassarsi il più possibile. (Corriere della Sera)

“Il diniego della convalida dei trattenimenti nelle strutture ed aree albanesi equiparate alle zone di frontiera o di transito italiane è dovuto all'impossibilità di riconoscere come ‘paesi sicuri’ gli Stati di provenienza delle persone trattenute”. (L'HuffPost)

Deportazioni bloccate, stroncato il modello Albania

Da Napoli l’ex procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho commenta così le reazioni, affidate per lo più ai social, di numerosi esponenti della maggioranza dopo la decisione dei giudici della sezione immigrazione del Tribunale di Roma di bocciare il trattenimento dei migranti nei centri di permanenza appena inaugurati in Albania. (Il Fatto Quotidiano)

Sfidando la magistratura. Restringendo al massimo la possibilità delle toghe di interpretare la sentenza della Corte di giustizia europea, quella che ha smontato il “modello Albania” e messo in crisi le politiche migratorie di Giorgia Meloni. (la Repubblica)

Si trova al secondo piano di viale Giulio Cesare 54/B, alla XVIII sezione civile del tribunale ordinario, quella per i diritti della persona e l’immigrazione. C’è un giudice a Roma. (il manifesto)