Esplosione a Ercolano, il dolore della suocera di Samuel: «Ci hai ucciso due volte. Chi ha sbagliato pagherà»
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Dolore affidato ai social, rabbia e sete di giustizia. Ancora uno sfogo che viaggia in rete, dopo quello della mamma delle gemelle Sara e Aurora morte a causa dell’esplosione dell fabbrica abusiva di fuochi d’artificio ad Ercolano. Questa volta l’urlo di dolore è di Anna Campagna, suocera di Samuel Tafciù, il 18enne albanese morto insieme alle gemelle Esposito. La signora Campagna scrive su Tik Tok: «Figlio mio, ha lasciato un vuoto la tua assenza. (ilmattino.it)
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Tre giovani operai «in nero» morti nell'esplosione della fabbrica abusiva di fuochi d'artificio ad Ercolano: la Procura di Napoli procede per morte in conseguenza di altro reato. (ilmattino.it)
"Sara e Aurora, 26 anni per sempre. Due gemelle uccise dal lavoro precario, dal lavoro nero, da una fabbrica di fuochi tutta illegale di Ercolano, nel napoletano. Sono morte insieme a Samuel di 18 anni. (Ottopagine)
Nella fabbrica abusiva della morte si producevano i cosiddetti "Kobra", veri e propri candelotti particolarmente potenti. Di quella tipologia, ben 154mila ne sono stati individuati dai carabinieri nel Casertano, precisamente a Francolise. (MARIGLIANO.net)
Un dramma annunciato, alla luce di quanto sta emergendo nel corso delle indagini dei carabinieri per conto della Procura di Napoli. Tanto era la paga promessa a quei tre ragazzi impegnati nella fabbrica abusiva di fuochi di artificio, teatro dell’esplosione di lunedì pomeriggio. (ilmattino.it)
Ercolano — Una tragedia figlia del lavoro che non c’è. Vittime tre ragazzi che pur di portare a casa uno stipendio hanno accettato di realizzare fuochi d’artificio in una fabbrica abusiva, aperta, in dispregio a ogni norma sulla sicurezza, in una casa in periferia di Ercolano, provincia di Napoli. (La Repubblica)
È seduta in una Citroen bianca, all’uscita di via Patacca a Ercolano, nell’attesa che vengano estratti i corpi dilaniati delle figlie, Sara e Aurora Esposito, 26 anni di Marigliano, sepolte sotto le macerie da lunedì pomeriggio, in… Ercolano — «Non ho più le mie figlie, le pupate mie. (La Repubblica)