“Pronti a colpire Teheran”. Netanyahu provoca l’Iran e fa felice l’amico Trump
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Chissà se dietro le ultime e inquietanti minacce di Benjamin Netanyahu all’Iran si cela il desiderio del primo ministro di Israele di ingraziarsi il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, che durante la campagna elettorale ha più volte definito il regime di Teheran come la più grande minaccia per la stabilità del Medio Oriente. In un videomessaggio in inglese rivolto al popolo iraniano, il leader di Tel Aviv ha affermato chiaramente che un eventuale terzo attacco di Teheran contro Israele “semplicemente paralizzerebbe l’economia dell’Iran”. (LA NOTIZIA)
Su altre fonti
Secondo l'agenzia di stampa nazionale libanese, sei persone sono state uccise e almeno 15 sono rimaste ferite in seguito a un bombardamento contro un edificio residenziale a Dawhet Aramoun, a sud della capitale. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
I conflitti di Gaza e Libano potrebbero allargarsi a tutto il Medio Oriente: lo ha affermato il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Aragchi. "Il mondo dovrebbe sapere che in caso di espansione della guerra, i suoi effetti non saranno limitati solo alla regione dell'Asia occidentale; l'insicurezza e l'instabilità possono diffondersi ad altre regioni, anche lontane" ha avvertito Aragchi in un discorso trasmesso dalla televisione di Stato iraniana. (il Dolomiti)
L’Iran avrebbe deciso di rinviare la sua operazione di risposta all’ultimo attacco nei suoi confronti da parte di Israele dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane. Lo dice Sky News Arabia citando fonti di Teheran (B-Lab Live!)
Alì Khamenei Rispetto al pur molto violento raid del 1 ottobre, avvenuto con centinaia di missili balistici, si attende un'azione ancor più aggressiva, tale da coniugare la trasmissione di un messaggio politico con le conseguenze militari della stessa. (Italia Oggi)
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, si rivolge agli iraniani in un video in lingua inglese, avvertendo che un terzo attacco di Teheran contro lo Stato ebraico “semplicemente paralizzerebbe l’economia” del Paese. (LAPRESSE)
Da Washington le parole dell'inviato di Joe Biden per il Medio Oriente Amos Hochstein sulla possibilità «di garantire presto un cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah hanno creato un clima positivo, ma, dicono gli analisti israeliani, anche se l'amministrazione Usa e il governo di Benyamin Netanyahu sono d'accordo (con il sostegno di Parigi) nessun negoziato sarà siglato ufficialmente tra Israele e Libano poiché Beirut non accetterà nulla a cui Hezbollah non acconsenta». (La Stampa)